SOSTA: 11 aprile 1906: nasce Renato Cesarini, il calciatore che ci fa capire una delle tante bellezze della Verità Cattolica

di Corrado Gnerre

Renato Cesarini fu un mitico calciatore italo-argentino che militò nella Juventus degli anni ’30, dando anche un contributo alla famosa Juve del Quinquennio d’oro (scudetti dal 1930 al 1935).

Cesarini è passato alla storia come colui che faceva gol quando ormai la partita volgeva al termine.

In realtà non è che fece chissà quanti gol in extremis. Quello famoso fu il 13 dicembre 1931 quando segnò all’ultimo minuto in un’importante gara tra l’Italia e l’Ungheria, che allora era una “signora” squadra. Poi bastò un altro gol all’ultimo minuto nel campionato italiano perché nascesse la famosa espressione Zona Cesarini.

Insomma, una soluzione all’ultimo momento. Il pallone che gonfia la rete quando ormai la speranza di segnare sembra sparita.

Eppure: quando sorge l’aurora? Proprio quando la notte si è fatta più buia e più fredda. Proprio quando la speranza sembra essere innaturale e infondata, è allora che può avvenire l’inimmaginabile. Ma perché questo avvenga, occorre confidare.

Il Cristianesimo è l’unica religione che regala questa bellezza: sperare contro ogni speranza. Ricordiamo quelle ore che hanno risolto tutto, cioè le ore della Passione di Cristo. Sembrava che Dio stesse per essere sconfitto: non solo stavano per crocifiggerlo, ma addirittura Egli, senza reagire, sembrava soccombere ai flagelli, agli sputi, alle offese. Chi era lì presente a cosa poteva pensare se non che tutto sarebbe volto alla fine; che solo l’inesorabile fallimento si stagliasse all’orizzonte? Tant’è che gli apostoli fuggirono, ebbero paura, furono presi dalla pavidità. E invece proprio in quelle ore stava cambiando tutto, stava cambiando la Storia, si stavano risolvendo il peccato e la morte. Proprio in quel “novantesimo minuto” un pallone stava gonfiando la rete della Storia …e della vita di ognuno di noi.

Lo scrittore Alessandro Baricco, alludendo al nostro calciatore, ha detto: “Cesarini, quello della zona Cesarini, proprio lui: quando dai il tuo nome a un pezzetto di Tempo — il quale è solo di Dio, dice la Bibbia — qualcosa nella vita lo hai fatto”. Non gli si può dare torto. Il Tempo ovviamente non è dell’uomo, appartiene a Dio, nel senso che Dio stesso lo ha creato, come dice bene sant’Agostino. Ma il Tempo è donato all’uomo affinché lo gestisca, lo trasformi in opportunità per la propria e l’altrui salvezza. L’uomo non può sconfiggere il Tempo, ma può, deve e soprattutto orientare il Tempo verso il Vero, verso il Bene, verso il Bello, cioè verso Dio. E anche quando questa meta s’intravedesse alla fine, o addirittura (Dio non voglia) ce se ne preoccupasse solo alla fine, anche quando tutto sembra essere perso, è anche allora che si palesa come una grazia. E così corre veloce come un pallone che s’insacca nella porta. “La speranza di chi è dalla parte della verità, è veloce e vola con ali di rondine…” Scrive Shakespeare nel Riccardo III.

Cesarini ha preso possesso di un pezzetto di Tempo (la Zona Cesarini) ricordandoci, al di là di come la pensava (non lo sappiamo) e di ciò di cui poteva rendersene conto, che a noi è data una grandezza, quella di fare nostra la grazia di una storia che ci è stata donata. Di non mai disperare di fare gol… anche se alla fine.

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