15 luglio: Sant’Enrico Imperatore, ovvero il potere politico come “servizio”… proprio come i nostri governanti

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


La festa di sant’Enrico II Imperatore (972-1024) cade il 15 luglio.

Tre cose colpiscono della vita di questo santo.

La prima: pregava e faceva pregare i suoi soldati prima di ogni battaglia. Il che chiaramente significa che il combattere veniva da lui considerato non come qualcosa di cui gloriarsi, bensì come una necessità. D’altronde è questa la posizione autenticamente cattolica sulla guerra. Quella preghiera non solo voleva essere una richiesta di vittoria, ma anche una richiesta che, combattendo, non ci si lasciasse andare all’odio nei confronti dei nemici.

La seconda: il suo darsi da fare a costruire chiese e cattedrali. Volle che le sue terre onorassero il Signore con una numerosa presenza di luoghi di culto. Segno, questo, della sua volontà di far capire ai sudditi che il vero Imperatore non era lui, ma Cristo stesso.

La terza: Sant’ Enrico era amico del beato Riccardo, abate di Verdun. Gli confidò che era sua intenzione lasciare il potere e ritirarsi in un monastero per dedicarsi alla preghiera. Ma il beato Riccardo gli negò questa possibilità perché Enrico stava regnando secondo il volere di Dio. Questi ubbidì suo malgrado e ancor più gestì il suo potere come “servizio”.

Oggi i governanti fanno di tutto pur di non lasciare il potere, e invece nella civiltà cristiana non era raro che succedessero cose come quella toccata a sant’Enrico.

La spiegazione? E’ presto detto: se si crede veramente in Dio e si teme il suo giudizio, è meglio ubbidire che comandare. Se ovviamente non si crede in Dio, oppure si scherza sul suo giudizio, è meglio comandare che ubbidire.

E così abbiamo il festival di tanti politici che s’impegnano ad “acconciare” il proprio giudizio secondo ciò che vuole il Mondo, e non su ciò che vuole Dio.

Politici che “s’incollano” alla propria poltrona. Che cambiano facilmente opinione pur di seguire le mode del momento. Che fanno di tutto per rendersi simpatici. Insomma che possono essere buoni per tutte le stagioni.

Sant’Enrico no.

Grazie alla sua fede, sant’Enrico era di tutt’altra stoffa!


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