28 gennaio – San Pietro Nolasco

da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p.  385-387

Il Redentore degli schiavi, Pier Nolasco, viene ad associarsi oggi al suo Maestro Raimondo di Pegnafort; ed entrambi presentano come omaggio al Redentore universale le migliaia di cristiani riscattati dalla schiavitù in virtù di quella carità che, partita da Betlemme, ha trovato asilo nei loro cuori.

Nato in Francia, nella Linguadoca, Pietro ha scelto come seconda patria la Spagna, perché questa offriva al suo zelo una terra di dedizione e di sacrifici. Come il Mediatore disceso dal cielo, si è votato al riscatto dei fratelli; ha rinunciato alla sua libertà per riottenere la loro; e per ridare ad essi una patria, è rimasto come ostaggio sotto le catene della schiavitù. La sua dedizione è stata feconda; per opera sua, è sorto nella Chiesa un nuovo Ordine religioso, composto interamente di uomini generosi, che, per sei secoli, hanno pregato, lavorato e vissuto solo per procurare il beneficio della libertà a innumerevoli schiavi, che, senza di loro, sarebbero languiti in catene, con pericolo delle loro anime.

Gloria a Maria, che ha suscitato questi Redentori mortali! Gloria alla Chiesa cattolica, che li ha prodotti! Ma soprattutto gloria all’Emmanuele, che dice, entrando nel mondo: “O Padre! non ti hanno soddisfatto gli olocausti per il peccato dell’uomo; cessa di colpire: eccomi. Tu mi hai dato un corpo; io vengo, e mi immolo” (Sal 39,8). La dedizione del divino Bambino non poteva rimanere sterile. Egli si è degnato di chiamarci fratelli, e di offrirsi al nostro posto. Quale cuore di uomo potrebbe d’ora innanzi rimanere insensibile ai mali e ai pericoli dei fratelli?

L’Emmanuele ha ricompensato Pier Nolasco, chiamandolo a sé nell’ora stessa in cui, dodici secoli prima, egli nasceva a Betlemme. Fu precisamente in mezzo alle gioie della notte di Natale che il redentore mortale è partito per andare a raggiungere il Redentore immortale. Le labbra tremanti di Pietro stavano mormorando l’ultima laude terrena, quando, giunto alle parole: Il Signore ha mandato la Redenzione al suo popolo e ha stretto con lui un’alleanza eterna, la sua beata anima volò libera al cielo.

La santa Chiesa ha dovuto assegnare alla memoria di Pietro un anniversario diverso da quello del suo beato trapasso, perché quel giorno appartiene interamente all’Emmanuele; ma era giusto che l’eletto segnato dall’alto favore di nascere al cielo nell’ora stessa in cui Gesù nasce alla terra, ricevesse un posto prima della fine del tempo consacrato alla Nascita del divino liberatore.

VITA

San Pier Nolasco nacque presso Carcasson e si distinse soprat­tutto per la sua carità verso il prossimo. Per evitare gli eretici Albigesi, partì per la Spagna, visitò la Vergine di Monserrato, vendette i suoi beni e acquistò, con il denaro ricavatene, i fedeli schiavi. La Santa Vergine gli apparve e gli chiese di fondare un ordine per la redenzione degli schiavi, ciò che egli fece di concerto con San Raimondo e con il re Giovanni I d’Aragona. Morì nel giorno di Natale del 1256.

Tu sei venuto a recare dal cielo il fuoco sulla terra, o Emmanuele, e il tuo più ardente desiderio è quello di vederlo accendersi. Questo desiderio è stato realizzato nel cuore di Pier Nolasco, e dei suoi figli. È così che ti degni di associare gli uomini ai tuoi disegni d’amore e di misericordia, e che ristabilendo l’armonia fra Dio e noi, ristabilisci l’antica unione fra noi e i nostri fratelli. Noi non possiamo amarti, o celeste Bambino, senza amare tutti gli uomini; e se tu vieni a noi come nostro riscatto e nostra vittima, vuoi che siamo pronti anche noi a sacrificarci gli uni per gli altri.

O Pietro tu sei stato l’apostolo e il modello di questa carità; per questo il Signore ha voluto glorificarti chiamandoti alla corte del suo Figliuolo nel giorno anniversario della di lui nascita. Questo dolce mistero che tante volte sostenne il tuo coraggio, rianimò la tua dedizione, ti si è svelato in tutta la sua grandezza; ma i tuoi occhi non vedono più soltanto, come noi, il tenero Bambino che sorride nella culla, ma è il Re vittorioso, il Figlio di Dio nel divino splendore, che abbaglia il tuo sguardo. Maria non ti appare più, come a noi, povera e umilmente china sulla mangiatoia che racchiude tutto il suo amore, ma brilla ai tuoi occhi sul trono di Regina, e risplende d’una luce che è inferiore solo a quella della maestà divina. E il tuo cuore non è affatto turbato da quella gloria, perché in cielo sei nella tua patria. Il cielo è il tempio e il palazzo della carità; e questa fin da quaggiù riempiva il tuo cuore, era il principio di tutti i suoi moti.

Prega, affinché noi conosciamo maggiormente quel vero amore di Dio,e degli uomini che ci rende simili a Dio. È scritto che chi è nella carità è in Dio e Dio è in lui (1Gv 4); fa’ dunque che il mistero di carità che noi celebriamo ci trasformi in Colui che forma l’oggetto di tutti i nostri sentimenti, in questo tempo di grazie e di miracoli. Concedici di amare i nostri fratelli come noi stessi; di sopportarli, di scusarli, di dimenticare noi stessi per aiutarli. I nostri esempi li incoraggino, le nostre parole li edifichino; le loro anime siano conquistate e consolate dal nostro affetto e i loro corpi siano sollevati dalla nostra munificenza.

Prega per la Francia che fu la tua patria, o Pietro! Soccorri la Spagna in seno alla quale hai fondato il tuo istituto. Proteggi i preziosi resti di quell’ordine mediante il quale hai operato tanti prodigi di carità. Consola e libera i poveri infelici che la mano degli uomini trattiene nelle prigioni o nella schiavitù. Ottieni per noi tutta quella santa libertà dei figli di Dio di cui parla l’Apostolo, e che consiste nell’obbedienza alla legge di Dio. Quando questa libertà regnerà nei cuori, riscatterà i corpi. Invano l’uomo esteriore cerca di essere libero, se l’uomo interiore è schiavo. Fa’, o Redentore dei tuoi fratelli, che le catene dell’errore e del peccato cessino di vincolare le nostre società; allora le avrai restituite alla vera libertà, che genera e regola tutte le altre.

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