SOSTA – Lo sai che con l’intercessione di san Francesco di Sales venne resuscitato un morto?

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


San Francesco di Sales (1567-1622) è il santo cattolico contro l’eresia calvinista, quindi della vocazione di tutti alla santità, a differenza di ciò che affermano i calvinisti, e cioè che solo gli eletti avrebbero la possibilità di salvarsi.

Grazie ai meriti di questo grande santo si sono ottenuti tanti miracoli, perfino la resurrezione di un morto.

Siamo nel 1623, un anno dopo la morte del Santo. Due ragazzi di 14 e 15 anni fuggirono di buon mattino dalla canonica dove stavano ad imparare la grammatica latina presso un sacerdote. Questi era molto severo e allora i due ragazzi decisero di scappare per ritornarsene a casa.

Nel cammino raggiunsero un torrente, il Fier. Era necessario attraversarlo, ma il torrente era in piena. C’erano solo tre assi per passare dall’altra parte. Il primo dei ragazzi, Girolamo, riuscì nell’intento ma fu preso dalle vertigini e cadde sparendo nell’acqua. L’altro, disperato, iniziò a correre lungo il fiume gridando: “Fratello mio, fratello mio!!”. Non poté far nulla e vide sparire il corpo del fratello fra i flutti.

Il povero ragazzo, preso sempre più dalla disperazione, corse al paese più vicino, Ornay, per cercare aiuto. Andò dal parroco da cui erano scappati. Al torrente si radunò una grande folla, ma non fu possibile trovare il corpo di Girolamo.

Dopo un po’ di tempo sopraggiunse un certo Alessandro Raphin, accompagnato da suo figlio e da altra gente di Ornay. Il Raphin era il migliore nuotatore del paese e già gli era capitato di recuperare corpi di annegati.

Dopo molti tentativi, che durarono diverse ore, Raphin riuscì a trovare il corpo del povero Girolamo. Era tanto brutto e gonfio da non essere più riconoscibile. Non c’erano dubbi che fosse morto.

Il cadavere venne portato dal parroco di Ville e qui si fece scavare una tomba. Si decise però di non seppellirlo subito per attendere l’arrivo del sacerdote (don Puthod) dalla cui casa i due ragazzi erano scappati.

La sera stessa giunse il sacerdote. Questi era addoloratissimo perché in un certo qual modo si sentiva responsabile di ciò che era successo: se solo fosse stato meno severo… Il sacerdote decise di pregare a lungo vicino alla salma. Poi si fece raccontare dal sopravvissuto come fosse avvenuta la disgrazia. Il ragazzo gli confidò che prima di attraversare il torrente in piena i due avevano fatto un voto a san Francesco di Sales (ancora non santo, ma la cui devozione già era molto sentita), promettendo di andare in pellegrinaggio alla sua tomba se fossero riusciti a passare all’altra riva sani e salvi.

A queste parole, don Puthod rimase molto meravigliato e disse al ragazzo che vicino alla salma si era sentito spinto ad invocare l’aiuto di san Francesco di Sales affinché il povero Girolamo potesse ritornare in vita.

Iniziò la veglia funebre. Don Puthod incaricò un uomo di andare a depositare sulla tomba di san Francesco di Sales, ad Annency, un foglio sul quale era scritto che se il Santo avesse esaudito la sua preghiera, lui, don Puthod, avrebbe celebrato per nove giorni consecutivi la Santa Messa nella chiesa in cui riposava il Santo.

Intanto la salma del povero Girolamo si era fatta sempre più brutta e deformata (erano ormai passate molte ore dal ritrovamento), ma proprio quando la si stava per deporre nella tomba, Girolamo alzò un braccio. Lo si sentì lamentare e pronunziare con voce flebile le parole: “O beato Francesco di Sales!”

I presenti furono così sconvolti che alcuni fuggirono, altri caddero privi di sensi ed i più coraggiosi gridarono: “Un miracolo, un miracolo!!”

Erano presenti due sacerdoti, don Puthod e un altro. Entrambi presero Girolamo e lo sollevarono. Egli non apparve più brutto e sfigurato. Don Puthod gli chiese: “Cosa ricordi?” Girolamo rispose: “Ho visto il beato Francesco di Sales e mi ha dato la sua benedizione”.

Tre giorni dopo, don Puthod accompagnò i due giovani ad Annency e fece sdraiare Girolamo sulla tomba di san Francesco di Sales. Immediatamente sparirono tutte le piaghe ancora visibili sul corpo del giovane.

Si trattò di un miracolo con innumerevoli testimonianze, anche scritte. E si pensi che il diretto interessato, il giovane Girolamo, fu tanto toccato da ciò che gli era accaduto che decise di farsi prete. Esercitò il suo ministero nella sua diocesi natale della Moriana come parroco di La Rochette ed anche come giudice del tribunale ecclesiastico.

Facciamo come si suol dire gli “avvocati del diavolo” e ipotizziamo che i due ragazzi si siano inventati tutto. Se così fosse, come si spiega il corpo sfigurato e la fatica del povero Raphin per ritrovare il corpo? E inoltre: se fosse stata solo una messa in scena, perché Girolamo decise poi di farsi sacerdote? A che pro?.. e per giunta un sacerdote che esercitò santamente il suo ministero.


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