SOSTA: A proposito della crisi della Chiesa: da quando si è iniziato a dire che i laici devono capire… i laici non capiscono più

di Pierfrancesco Nardini

Un particolare che colpisce in questi tempi è lo stupore di molti rispetto ai tanti episodi che certificano la crisi nella Chiesa.

Ci sono due veloci considerazioni da fare. Una in un certo senso positiva, l’altra negativa.

La prima: sono sempre più coloro che si rendono conto di sentire e vedere cose strane, che non “ridanno” (come si dice dalle mie parti), ossia che non corrispondono a quel che sanno o hanno sempre sentito.

Anche chi, fino a ieri, diceva e pensava che andava tutto bene o, al massimo, che c’era qualche sporadico episodio da stigmatizzare, oggi salta dalla sedia stupito di sentire e vedere cose che prima non notava.

Sono persone in assoluta buona fede, semplici, molto spesso impossibilitate a studiare e ad approfondire (per motivi di tempo, di attitudine personale, altro). Non hanno, cioè, senza loro colpa, i mezzi per capire certe sottigliezze modernistiche che hanno fatto passare sotto silenzio (o con il solo mondo della Tradizione a gridare) alcuni concetti in esatto contrasto con la dottrina cattolica di sempre.

E sia chiaro, questo non è un’accezione negativa. Sono i piccoli che Gesù vuole più vicino, piccoli come bambini, ma anche come persone semplici.

Ecco, siamo arrivati al punto che anche questi si rendono conto, iniziano a stropicciarsi gli occhi come fanno gli attori dei film comici quando vedono qualcosa di incredibile, cominciano a sentire nella loro testa una vocina che gli chiede “possibile?”.

Questo perché oramai non c’è più nemmeno bisogno di decifrare le suddette sottigliezze, ma si sentono e vedono cose palesi.

In questi ultimi tempi sono state molte le volte che qualche persona, che prima mi guardava come un esagerato, mi si è avvicinata per chiedermi spiegazioni su quella o quell’altra cosa sentita o proprio per chiedermi con un tono di dubbio “ma questa cosa che ho sentito è giusta?”.

Quale aspetto in un certo senso positivo si trova in questo?

La situazione è diventata talmente palese, talmente chiara che, anche chi prima non la vedeva o non la capiva, ora la vede e la capisce. Con tutti i benefici (e qualche rischio) che ne conseguono…

È positiva “in un certo senso” perché non può essere mai cosa positiva una crisi come quella attuale…

La seconda considerazione colpisce ancor più della prima.

Ci sono molte persone che si stupiscono di quel che sentono e vedono nella Chiesa e, tra l’altro, molti di questi decidono che la crisi è adesso, cioè che è frutto solo di questo pontificato.

È utile cercare di comprendere le ragioni alla base di questo, anche per confrontarsi più efficacemente con chi pensa così.

Lo stupore con cui molti accolgono queste cose è, molto probabilmente, frutto di una mancata conoscenza della storia dell’ultimo secolo e mezzo della Chiesa e della sua dottrina bimillenaria. Non è presunzione (si scrive infatti “molto probabilmente”), ma è un semplice ed oggettivo ragionamento a portare a questa conclusione.

Stupirsi significa non aspettarsi quel che si vede o si sente.

In questo caso, però, se non ci si aspetta quel che oggi stupisce, vuol dire che non si erano colti i segnali (e che segnali!) degli ultimi decenni, che in modo evidente indicavano la crisi nella Chiesa. E la deriva dove questa portava.

Certo, non erano ancora così accecanti e rimbombanti come oggi, ma non erano nemmeno così criptici e nascosti…

Se si reagisce come se questo Papa fosse sceso da Marte e, dal nulla, anche senza motivazione apparente, avesse iniziato a dire e fare cose come quelle che ora stupiscono, beh… allora saranno scusati quelli che, cattivi e presuntuosi!, pensano alla mancata conoscenza.

Se si subisce un fulmine a ciel sereno al sentire certe situazioni degli ultimi tempi (prendete voi un esempio tra i tanti), è normale si pensi che non si erano colti i molti passaggi degli ultimi decenni all’interno della Chiesa.

Questo è un aspetto che deve far riflettere.

Senza ombra di dubbio è uno degli elementi su cui più si deve riflettere nella situazione attuale.

Moltissime persone si professano cattoliche, ma non conoscono la storia attuale della Chiesa o addirittura la dottrina e la legge da rispettare per esserlo.

Gli unici motivi validi che vengono in mente per questo stupore che ci stupisce sono due.

1) Non si conoscono le cose accadute nel corso degli ultimi decenni (quindi che molti sono stati gli episodi critici, sin da prima il Concilio Vaticano II, se Pio IX ha pubblicato il Sillabo, S. Pio X la Pascendi Dominici Gregis, Pio XI la Mortalium Animos e Pio XII la Humani generis, pro multis).

2) Non si conosce la dottrina della Chiesa (quindi che alcuni insegnamenti degli ultimi decenni contrastano completamente con la dottrina cattolica).

Solo da queste due cause può scaturire il non aspettarsi (stupore) quel che succede ai nostri tempi.

Queste comportano, infatti, che non si comprendano la gravità, i collegamenti e le conseguenze di molti episodi. Non si vedono questi episodi per quel che sono: elementi di una stessa deriva.

Un esempio su tutti: se oggi ci si stupisce per una pastora evangelica che in pratica quasi concelebra una Messa, vuol dire che non si è compresa la gravità, il collegamento e la portata rivoluzionaria del primo incontro interreligioso di Assisi (1986).

C’è un paradosso, ma è così. Nel periodo in cui la Chiesa avrebbe dovuto godere dei frutti di una maggiore partecipazione e consapevolezza (conoscenza) dei laici, conseguenza delle aperture dell’ultimo Concilio, viviamo la condizione di una sempre minore conoscenza e comprensione di questi anche delle nozioni fondamentali della fede.

Se i risultati si devono valutare dai frutti…

Le responsabilità sono chiare. Basta fare l’esempio oramai classico dei figli che tornano a casa da scuola e dicono che 2+2=5. Noi non ce la prendiamo con loro, ma con chi lo ha loro insegnato. Applichiamo il paragone alla fede e chiediamoci chi doveva insegnare ai fedeli che 2+2=4 e non 5… e poi traiamo le conclusioni.

Preghiamo lo Spirito Santo perché illumini sempre più persone nella scoperta della crisi e nella conoscenza delle nozioni della nostra fede! E -aiutandoci affinché Dio ci aiuti- non tralasciamo mai la formazione nostra e -se possiamo- anche quella degli altri.


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2 Comments on "SOSTA: A proposito della crisi della Chiesa: da quando si è iniziato a dire che i laici devono capire… i laici non capiscono più"

  1. Emanuele Amat di San Filippo | 7 Marzo 2023 at 9:01 | Rispondi

    Egregio Professore,
    alle obiezioni alle Sue considerazioni, cosa si può rispondere a chi replica sostenendo che, se il Concilio Vaticano II ha errato e il Magistero successivo fosse eretico, vorrebbe dire che Gesù ha mancato alla promessa fatta a Pietro, il che non può essere.
    Questa è infatti la risposta ad un dialogo tra un mio amico e me, in cui facevo notare le incongruenze tra alcune encicliche dei papi precedenti al Vaticano II e alcuni documenti del Concilio e del magistero successivo.
    Nel ringraziarla, la saluto cordialmente.
    Emanuele Amat di San Filippo

    • Caro amico, è evidente che la sua domanda avrebbe bisogno di una risposta articolata e approfondita. Intanto va detto che la questione del Vaticano II si pone nel fatto che stesso questo Concilio si autodefinisce “pastorale” e che non ha voluto dogmatizzare nulla. Pertanto i suoi “allontanamenti” dalla dottrina definita non vanno a compromettere la promessa del Divino Fondatore della Chiesa.

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