Abbiamo tarpato le ali ai nostri ragazzi. E loro hanno deciso di sprofondare

di Corrado Gnerre


Sul degrado della vita dei nostri ragazzi si susseguono notizie.

C’è una frase di san Pio da Pietrelcina che nella sua durezza e tristezza dice molto: “Verrà un giorno in cui ai figli non basteranno lacrime per piangere i peccati dei loro genitori”.

Quali peccati? Evidentemente tanti, troppi. Tra questi di sicuro ve ne è uno: la cacciata di Dio dalla vita. Quando si parla di vita, bisogna intendere tutto, qualsiasi campo: la famiglia, la società, la scuola… ed anche paradossalmente la Chiesa. Sì, Dio in un certo qual modo lo abbiamo cacciato anche dalla Chiesa.

Tolto Dio come centro di tutto, tolto il Dio vero con la sua ineliminabile Croce come senso di tutto, non resta che annaspare e cercare di aggrapparsi al primo appiglio che si presenta sottomano. Chi sta affogando cerca sempre di aggrapparsi al primo sostegno che gli capita.

Perché i nostri ragazzi si drogano? Perché si sballano? Perché cercano di riempire le loro vite vuote con violenza più o meno gratuita?

Perché la generazione di noi adulti ha voluto offrire loro il nulla. Un nulla elegante, intellettualmente sofisticato, qualcosa che illudesse ad una possibile sostanza di vita. E così in questo nulla i nostri figli sono naufragati.

Il nulla non sostiene, inghiotte inesorabilmente nel suo vuoto.

Abbiamo voluto tarpare le ali dei nostri ragazzi dicendo loro che la vita non è fatta per le grandi imprese, che non c’è ideale per cui lottare, spendersi e morire. Abbiamo insegnato loro che l’utopia della mediocrità, del rilassamento e dell’annullamento di qualsiasi identità (l’utopia all’Imagine di John Lennon, per intenderci) potesse essere la risposta. Li abbiamo storditi con pacifismo, anarchismo, relativismo e nichilismo. Ed ecco la risposta: giovani allo sbando e allo sballo: invecchiati già nella tarda adolescenza.

Noi cattolici abbiamo ancora più tradito. E per noi il giudizio di Dio sarà molto più severo. Gesù lo ha detto: a noi spetta il compito di “salare”. E invece abbiamo scelto di essere insipidi. Abbiamo deciso di non proporre ai nostri ragazzi la vera fede. Invece che il vessillo della Croce, abbiamo offerto loro il mondo e un Cristo di “plastilina”, da modellare come si vuole, a proprio uso e consumo.

Abbiamo deciso di farli volare bassi e loro hanno deciso non solo di non volare …ma di sprofondare.


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