Al Nord la pioggia, al Sud il sole torrido: è giusto lamentarsi o è più giusto pensare?

E la Terra sentii nell’Universo.

Sentii fremendo, ché del cielo anch’ella.

E mi vidi quaggiù piccolo e sperso

errare, tra le stelle, in una stella.

Sono versi di Giovanni Pascoli, da Canti di Castelvecchio

Le notizie dei telegiornali, radiogiornali e quant’altro parlano chiaro: l’Italia è spaccata in due. Al Nord pioggia insopportabile, al Sud caldo e sole insopportabili. Tutto insopportabile, perché tutto duro da vivere, perché disagevole.

E’ un segno anche questo. Non c’è cosa nella vita dell’uomo che non tenda ad essere disagevole. Non c’è cosa che non costringa l’uomo a capire -a patto che sappia essere intelligente- come e quanto la sua esistenza sia precaria.

E’ c’è sempre un dopo da attendere. Al Nord si attende il sole. Al Sud si attende la pioggia. Ma poi sarà il contrario. E si alterneranno le attese. Si cercheranno nuovi momenti, per nuovi desideri.

Certo, è brutto trovarsi tra pozzanghere e melma. Ancor più brutto rischiare o rimetterci la vita per frane e alluvioni. E così è altrettanto brutto boccheggiare, rischiare il collasso di anziani a causa di temperature troppo elevate. Ma il cuore del vivere  è il disagio.

E’ giusto sperare che passi, che dia una tregua, ma non è giusto -né intelligente- sperare che sparisca definitivamente dalla storia umana.

Forse la soluzione sta proprio in ciò che intuisce Pascoli con i versi da cui siamo partiti: che l’errare non può essere evitato, ma che c’è una speranza: ovvero che questo errare tra le stelle sia confortato dall’essere dentro una Stella, cioè dentro un Progetto!

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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