Alcune riflessioni sul funerale del giovane Megalizzi

del C3S

Ci risiamo. L’ennesima strumentalizzazione. I funerali del povero Megalizzi divenuti una sorta di spot pro-Europa, con tanto di bandiera a dodici stelle e Inno alla Gioia ad alto volume. Il tutto -ovviamente- ben evidenziato dai media.

Eppure il giovane è morto per mano di un estremista islamico; ma non sembra che qualcuno abbia intenzione di ricordarlo (a riguardo c’è un interessante articolo di Pierluigi Battista pubblicato sul corriere.it dal titolo Quella che religione che non si nomina). Un terrorista islamico la cui presenza e la sua libertà di azione forse si devono anche a maldestre e molto ideologizzate politiche europee.

Il messaggio che è passato è che Megalizzi sia morto in quanto giornalista “innamorato” dell’Europa. Insomma, sembrerebbe che il giovane non si sia trovato sventuratamente in una situazione in cui il criminale jihadista abbia colpito a casaccio. Ciò non toglie -ovviamente- che  nella permissione divina, è Dio stesso a ricomporre tutto in un significato più grande, perché la fede c’impone di credere che nulla rimane senza senso. Ma questo è un altro -anche se importantissimo- discorso.

Eppure avremmo l’obbligo sempre e comunque di non essere farisei ipocriti; e ognuno di noi dovrebbe chiamare le cose come stanno.

Duole dirlo, ma per molti Megalizzi, con le sue idee, sembra essere morto al momento giusto. In un clima di successo di sovranismo, di contestazione delle politiche europee e di messa in discussione del cosmopolitismo neoilluminista, la morte del povero giovane viene utilizzata per dire: guardate c’è chi muore per l’Europa!

Ma qui è il punto -e torniamo alla questione di prima- Megalizzi non è morto per l’Europa, né è morto per le sue idee, bensì sventuratamente ha trovato sulla sua strada un criminale!

Ovviamente la voce dei nostri Pastori non ha mancato di fare eco al mondo. Monsignor Tisi, vescovo di Trento, è arrivato a paragonare il giovane a Gesù stesso (clicca qui). Sentite cosa ha detto nell’omelia dei funerali: “Quando ti si para davanti e si esprime nella concretezza di una persona come questa (Megalizzi) – non nella teoria – allora l’umano ci si presenta proprio come un patrimonio comune, che unisce e affratella. Alle porte del Natale mi piace pensare a Gesù di Nazareth, che viene a salvare l’umanità, a farsi generatore di questo nuovo modo di guardare all’esistenza dell’altro. Non più come un muro o un confine, ma come il punto di partenza per fare spazio all’altro, spalancando alla libertà”.

Insomma, in poche parole un Pastore parla come vuole il mainstream: morire a Strasburgo come un morire sul Calvario, muri e confini come grande offesa alla dignità della persona umana, per terminare con uno “spalancarsi alla libertà” che sa tanto di retrò-sessantottinismo.

Che dire? Che per fare una farsa si è negato e offeso il vero dramma. Il dramma di un giovane, la cui vita è stata spezzata da un altro giovane imbevuto di un’idea violenta e demoniaca, che si farebbe bene a chiamare con il suo nome. Un giovane che -come tutti noi- ha bisogno solo di misericordia e preghiere.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

1 Comment on "Alcune riflessioni sul funerale del giovane Megalizzi"

  1. Grazie a voi ho trovato conferme a tutto quanto mi è sembrato stonatissimo riguardo alla morte e al funerale del povero Megalizzi!
    Sfruttare un giovane morto per un attentato islamico come se fosse morto per un attentato europeista, la bandiera europea sulla bara, ecc. mi sembra semplicemente una bestemmia contro la
    VERITA’.
    E Gesù è Via VERITA’ e Vita!

Leave a comment

Your email address will not be published.


*