Aumentano i sospetti sui “Caschi Bianchi” siriani. Collusi con Al Qaida?

FONTE: occhidellaguerra.it

TITOLO: Caschi bianchi premiati da Al Qaida

AUTORE: Roberto Vivaldelli

Nuove inquietanti ombre sui caschi bianchi siriani. Nonostante il trionfo dell’omonimo documentario prodotto da Netflix agli ultimi Oscar e vari riconoscimenti internazionali ottenuti – come il premio Right Livelihood Award – si manifestano nuovi dubbi sulla vicinanza dell’ organizzazione umanitaria alla formazione salafita di Hayat Tahrir al-Sham, la diramazione di Al Qaida in Siria. I caschi bianchi avrebbero recentemente accettato un premio a Idlib dalla stessa formazione terroristica, con tanto di cerimonia organizzata in loro onore. Il video che immortala l’evento è stato diffuso su twitter e ripreso da alcune agenzie di stampa come Mintpress.

Tahrir al-Sham e i caschi bianchi siriani

«Vorrei ringraziare i miei fratelli di Hayat Tahrir Al-Sham (Al-Nusra) per questa cerimonia in nostro onore e per tutti coloro che hanno partecipato all’organizzazione di questo evento» – afferma il volontario mentre riceve il premio. Il condizionale e la prudenza in queste casi sono d’obbligo, ma si tratterebbe, secondo le testimonianze, di un membro affiliato ai caschi bianchi e appartenente alla difesa civile siriana. Nel video, in arabo ma accompagnato da sottotitoli in inglese, si celebra l’evento organizzato da Tahrir Al-Sham in onore dei caschi bianchi e del loro impegno sul campo a fianco della rivoluzione: «Con la rivoluzione siriana che entra nel suo settimo anno, Tahrir al-Sham vuole onorare i suoi soldati nell’ombra che hanno trascorso interne giornate e nottate a servire il loro popolo».

Abu Jaber loda l’organizzazione

In un altro video che sta facendo il giro del web e dei socail network, il leader della formazione terroristica, Abu Jaber, loda apertamente i caschi bianchi, definendoli i «soldati nascosti della rivoluzione». La domanda che sorge spontanea è: se davvero tale organizzazione è così imparziale, per quale motivo Abu Jaber, che è capo di un’organizzazione terroristica ed estremista, si esprime in questi termini? Nonostante le smentite di rito, le prove che certificano la vicinanza dei caschi bianchi alle formazioni salafite e terroristiche cominciano a pesare.

I legami con i terroristi e le inchieste internazionali

Varie inchieste internazionali, a dispetto delle celebrazioni e degli Oscar, hanno messo in luce la vera identità dei caschi bianchi siriani. La giornalista indipendente Vanessa Beeley ha analizzato i legami della nota ong con i terroristi di Hayat Tahrir Al-Sham. «Con oltre 60 milioni di euro che provengono dalla Gran Bretagna e da altre nazioni come l’Olanda – osserva – i caschi bianchi rappresentano una delle ong più foraggiate nel teatro della guerra siriana. Essi sostengono di non essere legati ad alcun gruppo in Siria e di essere indipendenti. In realtà sono ben integrati con Al-Nusra e collegati con la maggioranza delle compagini terroristiche in Siria. Durante il mio recente viaggio in Siria, mi ha colpito la risposta dalla maggior parte dei siriani quando chiedevo loro se sapessero chi fossero caschi bianchi: la maggior parte delle persone non ne aveva mai sentito parlare».

James Le Mesurier, il fondatore dei caschi bianchi

Il fondatore dei caschi bianchi è James Le Mesurier, un ex militare laureatosi presso la Elite Royal Military Academy della Gran Bretagna, a Sandhurst. Un ufficiale britannico che faceva parte dell’intelligence, coinvolto in in una lunga serie di interventi militarti della Nato in molti teatri di guerra, tra cui Bosnia, Kosovo e Iraq. Le Mesurier vanta anche una serie di incarichi di alto profilo presso le Nazioni Unite, l’Unione europea, e nel Regno Unito. Inoltre, ha stretti legami con La Academi, la compagnia militare privata fondata nel 1997 da Erik Prince.

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