AVVENTO – Il paradosso del Dio Bambino

di Corrado Gnerre


Dio è passato autenticamente attraverso l’infanzia.

Egli è stato veramente bambino, con i gusti di un bambino, con la psicologia di un bambino; ma contemporaneamente consapevole di essere Dio.

Immaginiamo questa scena: dinanzi a noi è la bottega di Giuseppe. Egli sta piallando. A terra vi sono dei pezzettini di legno. Gesù ha tre anni. E’ seduto a terra così come solitamente fanno i bambini a quell’età, preferisce non parlare con il papà di cose importanti, ma giocare con i pezzetti di legno. In questi momenti, nonostante la sua tenerissima età, Gesù è consapevole di essere il Signore dell’universo. La sua coscienza è attiva e il suo soggetto è divino.

Qui il paradosso del mistero: Gesù è consapevole di essere il Signore dell’universo, eppure non finge di giocare, desidera veramente giocare, davvero prova gusto a maneggiare quei semplici pezzetti di legno. Qualsiasi adulto si trovasse in quella situazione, non si divertirebbe. Il Signore dell’universo sì. Nella dottrina cristiana, Dio – consapevole di essere Dio – è passato veramente attraverso l’infanzia.

Per un periodo della vita, in Cristo si realizza la coniugazione tra il desiderio di giocare, accontentandosi di piccole cose, e la sapienza infinita, la consapevolezza cioè di essere il Signore dell’universo. Tutto ciò, non successivamente, ma contemporaneamente e veramente. Un mistero che costituisce un’originalità e che ha ripercussioni evidenti sul piano del discorso culturale e della storia sociale che dal Cristianesimo si svilupperanno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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