AVVENTO – Il Centro della Storia è anche l’amore di una Madre

di Corrado Gnerre


Vedere il Natale con gli occhi di Maria. Sentirlo attraverso i palpiti del suo cuore, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Ciò è lo stupore che si dovrebbe gustare. Se si fa questo, il Natale ha un senso e diventa stupendamente bello. Leggiamo queste belle parole di don Dolindo Ruotolo che ci descrivono come l’Immacolata visse quei momenti:

Venne la notte. Era algida ma serena, e brillavano gli astri nel cielo. Un silenzio grande circondava quel luogo, ed una solennità più grande vi regnava, perché l’invisibile corte celeste già veniva in terra a corteggiare il Re divino, e rifulgeva nella sua placida luce spirituale, fatta tutta di conoscenza e di amore. Gli uomini e le cose dormivano, e lontano lontano si vedeva solo qualche bagliore dei fuochi dei pastori che vigilavano il gregge. Gli astri roteavano nel cielo, seguendo le leggi di ordine loro assegnato da Dio, e nel corpo immacolato di Maria si compivano con la stessa precisione le leggi della procreazione. Rutilavano le stelle e rutilava il Sole divino verso l’orizzonte della vita terrena, prossimo a spuntare come raggio attraverso il seno immacolato della Madre.
Il sole è preceduto dall’aurora ed è accompagnato dalla stella più fulgida della notte che sparisce ne suoi raggi. Ora, la bella aurora della nascita del Re d’Amore era Maria nell’elevazione del suo amore, e la stella tremolante in adorazione era san Giuseppe. Maria era tutta un fulgore di contemplazione e di estasi. Bella nella sua innocenza purissima, circondata da un tenue nembo di luce che la delineava nella notte come placida luna nel firmamento, genuflessa, con le mani congiunte e lo sguardo al cielo, era l’immagine del seno del Padre, e rifletteva da sé qualche barlume dell’eterno mistero.
Contemplava.
Si trovava tra l’eternità senza tempo ed i tempi carichi di secoli; mirava nell’eternità il Verbo, termine dell’eterna generazione del Padre, e mirava nel tempo il percorso dei secoli delle promesse che terminavano in Lei con la generazione temporale del Verbo nell’umana carne.
Era tutta avvolta dalla luce dell’eterna armonia, ed era Essa tutta un’armonia d’amore. La grazia rigurgitava per così dire in Lei, tanta ne era l’abbondanza, ed essa vi era immersa in un placidissimo riposo.
Contemplava il cielo, ed un sorriso le sfiorava le labbra nella gioia immensa che vi regnava, contemplava nel suo seno il Verbo eterno che vedeva nel Padre, e la sua vita mortale s’illuminava di splendori eccelsi, poiché essa era Madre di Dio. L’Amore eterno, che l’aveva fecondata, la illuminava tutta ed Essa a poco a poco si trasumanava. Sembrava tutta luce e, come un ferro incandescente nel fuoco, brillava, perché traspariva da Lei il Verbo incarnato.
Il suo corpo immacolato era come spirito, sembrava trasparente, anzi evanescente nella luce del Verbo. L’eterna vita affiorava dalla piccola creatura umana e la passava come raggio che attraversa un cristallo.

In grassetto abbiamo evidenziato che Maria… si trovava tra l’eternità senza tempo ed i tempi carichi di secoli; mirava nell’eternità il Verbo, termine dell’eterna generazione del Padre, e mirava nel tempo il percorso dei secoli delle promesse che terminavano in Lei con la generazione temporale del Verbo nell’umana carne.

Dunque, Maria, fa da “unione” del Tempo con l’Eterno. Meglio: Ella, con il suo fiat, ha ricucito lo strappo del Tempo dall’Eterno.

Non solo Cristo è il Centro della Storia, lo è anche Maria. Questo perché laddove c’è Cristo lì vi è anche la Madre, ma soprattutto perché quel dono meraviglioso ed incommensurabile dell’Incarnazione del Verbo si è avuto grazie ad un “sì” di Maria.

Il Centro della Storia è Dio Incarnato… ma il Centro della Storia è anche l’amore di una Madre.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri 


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