BORRACCIA – 13 agosto

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

“Gli affetti del mio cuore incontrino sempre il tuo favore, o Signore…”

(Salmo 18)

I SORSI

1

Cari pellegrini, stiamo visitando una bellissima reggia del XVIII secolo. Potrebbe essere Versailles, Schombroon a Vienna, o anche quella altrettanto magnifica di Caserta. Le stanze sono bellissime, finemente adornate. Colpisce l’eleganza e la precisione dei particolari. Tutto è al suo posto. Tutto è armonizzato. E’ un tipo di architettura che può piacere o non piacere, ma è indubbio quanto sia precisa nel suo decoro.

2

Ebbene, il nostro pensiero va ad un particolare che può sembrare banale, ma non è. Immaginiamo una bella giornata di primavera quando quella reggia era abitata. Un domestico pone un mazzo di fiori freschi e profumati sul tavolo della stanza dove il Re dovrà svolgere un’importante riunione. Il locale s’inebria di una fragranza soavissima. Il Re entra e si accorge di quella semplice novità dentro la bellezza architettonica, ovvero il profumo che poveri, semplici, fiori possono donare.

3

L’acqua di questa borraccia esprime un auspicio: che i nostri affetti possano incontrare il favore del Signore.

4

C’è un punto della buona teologia cattolica su cui non si può prescindere: l’immutablità di Dio. Infatti, se Dio mutasse, non sarebbe più Dio, in quanto, mutando, andrebbe verso qualcosa che ancora non è, e dunque non sarebbe assoluto.

5

Bisogna pertanto diffidare di tutte quelle false e pericolose concezioni di Dio secondo le quali Dio possa mutare, possa soffrire, e possa perfino essere in un certo qual modo “debole”. Infatti, con la teologia contemporanea si è arrivato finanche a porre in Dio la “debolezza”, con conseguenze catastrofiche.

6

No, Dio è onnipotente e immutabile. Ciò però non significa che Dio sia indifferente, perché è amore.

7

E’ evidente che per Dio non è la stessa cosa se lo amiamo o lo rifiutiamo, se facciamo la sua volontà o meno. Parabole come quella della pecorella smarrita o del figliuol prodigo parlano chiaro.

8

Da qui una bellezza straordinaria, ovvero che Dio, pur non avendo ontologicamente bisogno di noi, per amore “mendica” il nostro amore.

9

Dio desidera che gli vogliamo bene ed ecco perché il Salmista auspica che i nostri affetti siano da Dio accettati e desiderati.

10

Perché questa è una straordinaria bellezza? Perché a desiderare il nostro affetto non è una semplice creatura, né una creatura illustre come può essere un personaggio importante, ma è addirittura Colui che il Signore dell’universo intero.

11

A mendicare il mio affetto è Dio!

12

I fiori che profumano una stanza bellissima di una reggia che è già di per sé magnifica, nella loro semplicità e con la loro fragranza, offrono al Re una dolcezza e una magnificenza in più, ma ovviamente non ne sono consapevoli. Noi, invece, consapevolmente possiamo offrire il profumo delle nostre virtù al Re di tutti i Re.

Al Signore Gesù

Signore, la mia gioia è compiere la Tua volontà.

Fa che la mia felicità sia solo la Tua felicità.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la creatura che più di tutte ha amato e ama Dio.

Tu sei il fiore per eccellenza che adorna e profuma il Paradiso.

A fianco a Te posso assaporare questa bellezza.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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