BORRACCIA – 30 agosto

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così per mezzo di Cristo abbonda la nostra consolazione.
(San Paolo, 2 Corinti 1, 5)

I SORSI

1

Cari pellegrini come inizio di questa borraccia vi offriamo la lettura di una novella che s’intitola: “La lotta continua” di Dino Focenti:

2

Paolo aveva un pensiero che ritornava sempre sullo stesso punto: “Perché se ne era andata? Cosa davvero era successo?” Erano già passati sei anni (gli sembrava però molto meno), ma quelle domande erano sempre lì, inchiodate nella sua mente. Aveva conosciuto Natasha lontano e da lontano l’aveva portata con sé. L’aveva sposata. Tutto sembrava andare bene. Era nato anche un bimbo: Andrea, che adesso aveva quasi diciassette anni. Poi, all’improvviso, sparita … e lui e Andrea, di fatto, abbandonati. “Non ce la faccio più. Voglio tornare al mio Paese!” aveva detto la donna e non c’era stato verso di farla desistere, di farla tornare. Qualche lettera, ma nulla più. E anche Andrea aveva perso le tracce della mamma. Quando era successo, il piccolo aveva poco più di dieci anni. Non era stato facile fargli accettare una tal cosa. Sì, i nonni avevano cercato di sopperire, ma era stata ben poca cosa. Questi pensieri, come sempre, ritornavano nella mente di Paolo. Adesso però dirompevano, proprio adesso che si trovava in un corridoio di ospedale, con il suo Andrea ricoverato in camera, e lui che da poco aveva finito di parlare con il primario. “Le analisi –gli aveva detto lo specialista- purtroppo hanno dato esito positivo. Ma la leucemia che ha colpito suo figlio non è tra le peggiori. Ce la possiamo fare.” Poi, stringendogli un braccio: “Gli stia vicino, adesso voi due dovete iniziare a lottare.” A Paolo era caduto il mondo addosso: “… gli stia vicino, adesso voi due dovete iniziare a lottare.” E cosa ne poteva sapere il medico? Erano anni che Paolo lottava per cercare di vedere suo figlio se non felice almeno sereno. Paolo sapeva che Andrea si portava dentro una sofferenza enorme. E adesso? Un altro macigno. Quante volte si era prodigato per vedere sorridere suo figlio. E ora? Come avrebbe fatto a dirglielo? Paolo dentro di sé piangeva, ma non si vedeva all’esterno: era come se non avesse più lacrime per bagnare i suoi occhi. Suo figlio era in camera, attendeva la risposta delle analisi, ma lui non aveva il coraggio di entrare, di incrociare lo sguardo del ragazzo e dirgli qualcosa. Le parole: “… gli stia vicino, adesso voi due dovete iniziare a lottare …” gli martellavano la mente come a imporgli di riconoscere quanto disgraziata fosse stata la sua vita fino a quel momento. Un balcone era spalancato dinanzi a lui. L’altezza era quella giusta: un balzo come “soluzione” a quel suo insensato esistere. Ma di Andrea cosa sarebbe stato? Un’altra terribile sofferenza? Paolo abbassò il capo e lo poggiò sui palmi delle mani, mentre il suo corpo rimaneva seduto, incapace di alzarsi e andare da suo figlio. Sollevò il capo, e vide sulla parete un piccolo crocifisso. Scosse il capo e girò lo sguardo, ma lo sguardo tornò su di Lui. Stette ad osservarlo lungamente. Poi si decise ad alzarsi e andare dal suo Andrea: la lotta doveva continuare!

3

Partiamo dall’affermazione: “Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi…” Queste parole mettono in evidenza due misteri importanti della fede cristiana: Dio che salva attraverso la sofferenza di Suo Figlio fattosi uomo e Dio che vuole che si collabori a questa sofferenza redentiva. Il tutto può essere sintetizzato con la definizione “Teologia della Croce”.

4

Dunque, la sofferenza salva. Infatti, se è un mistero il perché Dio abbia scelto questa strada, non è certo un mistero che la salvezza sia nella Croce di Cristo. Bisogna, pertanto, scegliere la Croce e abbracciarla.

5

San Paolo era un fariseo convinto, acerrimo nemico dei cristiani (quando ricevette l’apparizione di Cristo stava andando a Damasco a catturarne alcuni), si convertì scegliendo quella Croce che da ebreo considerava uno “scandalo”.

6

Ma non solo. Lasciò una vita piena di aspettative, di sicura carriera, per intraprenderne un’altra che sapeva essere di povertà, pericolo, persecuzione e anche di martirio, come poi accadrà.

7

Basterebbe solo questo per capire quanto stolta sia quella posizione di certa teologia sedicente “cattolica” che sembra nutrire “vergogna” della Croce di Cristo, che quasi pretende presentare un Cristianesimo senza la Croce.

8

La frase di san Paolo continua e dice: “… così per mezzo di Cristo abbonda anche la nostra consolazione.” Dunque, è vero che c’è la Croce, ma dove c’è la Croce c’è Cristo e dove c’è Cristo c’è la consolazione, c’è la gioia. Perché? Perché tutto viene risolto in Cristo.

9

Il nostro mondo non offre la sofferenza, anzi pretende affermare che forse ci sarebbe la possibilità di trasformare questa terra in una sorta di paradiso. Il nostro mondo si vergogna della sofferenza, ma poi è costretto comunque ad accettarla senza risolverla. Cristo invece ci offre la sofferenza, ma ce la risolve. Ci offre la sofferenza, ma già trasformata in gioia.

10

Paolo, il protagonista della novella con cui abbiamo iniziato, incontra la speranza e la forza per continuare a lottare vedendo la Croce. Da nessun’altra parte avesse guardato, avrebbe potuto trovare la forza. Men che meno in se stesso.

Al Signore Gesù

Signore, io non voglio fuggire la Croce, la voglio portare con Te.

Ti chiedo solo di darmi un po’ della tua forza, perché da solo non posso farcela.

Aiutami, sostienimi.

Quando dovessi accorgerti che, salendo sul Calvario, rischiassi di cadere, afferrami, abbracciami, rinvigorisci i miei muscoli, dai forza alla mia povera volontà.

Alla Regina dello Splendore

Madre, sappiamo che Gesù trovava forza, nella durissima salita al Calvario, incrociando il tuo sguardo.

Ti osservava e con più vigore si stringeva al pesante Patibolo.

Madre, ti chiedo allora di averti al mio fianco nella fatica della vita.

Stammi accanto, seguimi, accompagnami …e salirò anch’io, spedito, dietro al Tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 


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