BORRACCIA – 9 ottobre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Non sia mai che io mi glorii d’altro all’infuori della Croce del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale il mondo è per me crocifisso e io lo sono per il mondo.
(Galati 6)

I SORSI

1

Cari pellegrini, nel nostro cammino ci imbattiamo in un pavone, quell’uccello bellissimo che stende le sue piume a forma di ruota coronandosi di un’efflorescenza di colori stupendi. Il pavone non è consapevole di ciò che fa, eppure da come si atteggia sembra essere orgoglioso di possedere una simile bellezza. Tant’è che è uso nel nostro linguaggio ammonire chi volesse mostrare la propria bellezza con l’espressione: “Non ti pavoneggiare!”…

2

Ma quanto è sciocco gloriarsi di se stessi! Come se ciò che si ha, scaturisse da noi stessi e sia nostro merito.

3

E’ una vera e propria pazzia il credere che i nostri eventuali meriti siano davvero “nostri”, quando di fatto “tutto è grazia”.

4

Finanche coloro che stoltamente non credono in Dio, devono riconoscere che è così. Se si possiede qualcosa (un talento, un pregio, una dote) non è certo per merito proprio. Certo, il merito potrebbe consistere nel saper conservare e gestire tutto questo, ma la sua presenza non dipende dai meriti personali.

5

La follia –si sa- è quando la realtà non viene vista per quella che è. Ebbene, nella “follia” di credere che ciò che si ha sia per proprio merito, c’è il rifiuto della Croce.

6

E oggi viviamo in un mondo “folle” proprio perché la Croce è bandita. Se ne ha vergogna. Si pensa che possa esistere un Cristianesimo senza la Croce. E si nullifica tutto.

7

L’uomo, con le sue faccende, con le sue ambizioni, con i suoi deliri, è stato messo al centro di tutto. Anche nelle chiese. Dietro l’altare (che non è più immagine del Calvario) spesso non c’è il Tabernacolo, né tantomeno s’intravede la Croce, c’è invece un trono pronto ad accogliere il celebrante (che oggi si chiama: presidente), cioè l’uomo.

8

E poi ci stupiamo che la pazzia dilaghi? Ci stupiamo che dai pulpiti non s’insegni più a rispettare la Legge di Dio? Ci stupiamo che dai pulpiti non si dica che la più grande tragedia sono le anime che vanno all’inferno?

9

No, è tutto perfettamente logico. Quando non ci si gloria più della Croce, quando al suo posto si mette l’uomo, ciò che ora stiamo scontando ha una sua logica. Era tutto facilmente prevedibile che accadesse.

10

Cari pellegrini, torniamo all’immagine da cui siamo partiti. Il pavone si “vanta” di una bellezza che non è un suo merito; ma se ne vanta senza consapevolezza alcuna: il suo è un comportamento istintivo.

11

L’uomo che non si vanta della Croce di Cristo in un certo qual modo fa lo stesso: pensa che ciò che ha lo potrà salvare. Eppure al pavone la sua splendida ruota non lo salvava dalla padella degli uomini del medioevo, che pare ne fossero ghiotti.

Al Signore Gesù

Signore, fa che la tua salita al Calvario sia per me la “strada”.

Fa che mi onori della Tua Croce e solo di questa.

Alla Regina dello Splendore

Madre, aiutami ad amarti, perché solo con Te potrò mettermi alla scuola della Croce del Tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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