BORRACCIA – 3 luglio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù, io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu.
(Beato Carlo d’Asburgo, Imperatore d’Austria – Preghiera poco prima di morire)

I SORSI

1

Cari pellegrini, vi sarà capitato di ammirare le vetrate delle cattedrali medioevali. Se non vi sarà capitato dal vivo, senz’altro vi sarà capitato attraverso delle foto. Esse hanno molteplici significati, ovviamente non è questa l’occasione per elencarli. Ve ne è uno che non è molto conosciuto, ma è proprio quello che adesso c’interessa. Nelle vetrate delle cattedrali medioevali si tende a rappresentare la convinzione secondo cui i fatti della vita rientrano in un “disegno”.

2

Vediamo di capire meglio. Di per sé qualsiasi immagine artistica (un dipinto, un affresco, una scultura…) è costituita da un disegno; ma nella vetrata c’è qualcosa in più: non c’è solamente un “disegno-disegno”, ma c’è un disegno che è illuminato da una luce retrostante. Le vetrate delle cattedrali sono fatte in modo che possano essere viste solo con la luce del sole. Tant’è che quando è notte, non possono essere ammirate.

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Ebbene, c’è in esse un simbolismo chiaro. I fatti rappresentati (molto spesso fatti biblici o tratti dalla via dei santi) non sono esito del caso, bensì rientrano in un senso ben preciso e questo senso è la Luce di Dio. E’ questa Luce che li rende comprensibili, cioè visibili.

4

Insomma, siamo agli antipodi della mentalità oggi dominante (quella della dissoluzione postmoderna) secondo la quale nulla dovrebbe avere senso, ogni cosa che accade accadrebbe per caso, e tutto sarebbe all’insegna di un caos onnicomprensivo. La convinzione, cioè, secondo cui ognuno di noi sarebbe “gettato” nel mondo senza che vi sia una volontà preordinante verso un fine risolutore e che dia significato all’esistere.

5

E invece non è così. L’ acqua di questa borraccia dice tutt’altro. Il beato Carlo d’Asburgo (1887-1922), dopo aver speso una vita nella fedeltà al Signore, afferma poco prima di morire: “Gesù, in Te vivo e in Te muoio…”. La sua santità, nel momento finale, lo rende ancor più convinto che la vita di ogni uomo è pensata e voluta dall’eternità; e che può essere accompagnata da un progetto di amore per sempre, a patto però che liberamente si corrisponda a questo progetto.

6

Tutto “avviene” in Dio. “Avviene” la vita …ma “avviene” anche la morte.

7

Si tratta di acconsentire; e Dio presenzia attivamente in tutto questo.

8

Il poeta austriaco Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) scrive: “… una qualsiasi cosa del creato a malapena significante in sé, come un cane, un topo, un insetto, un melo atrofizzatosi, una strada per carri che s’inerpichi su per la collina, una pietra soffocata dal muschio, può divenire per me assai più seducente della più bella e generosa amante nella più spensierata delle notti. Tali silenti, e talvolta inanimate creature, si ergono a me con una tale pienezza, una tale presenza d’amore, che il mio sguardo sereno non individua attorno a sé una qualsiasi traccia di morte.”

9

Queste parole dicono un qualcosa di profondamente vero. L’autentica gioia e l’autentico piacere non sta nella cosa in sé, né tantomeno nell’esperienza che se ne possa fare, ma nel come si vivono le singole esperienze.

10

Ciò che è insignificante può essere molto più gradevole e “seducente” di chissà quale piacere che il mondo indica come tale.

11

Ad una condizione però: che si viva nella presenza di Chi fornisce la luce giusta per illuminare di senso e di vera gioia tutto.

12

Il piacere che il mondo offre non è sostanziato dalla luce. E così diviene oggettivamente insignificante rispetto a ciò che può sembrare sì banale, ma che “avviene” stupendamente nella luce di Dio.

13

Cari pellegrini, la bellezza di una vetrata medioevale ci dice che nella nostra vita è offerta la Bellezza: la Bellezza di non sentirci soli, la Bellezza che un Dio assoluto e onnipotente ci ha chiamati all’essere, la Bellezza che nella nostra vita ogni tenebra può essere illuminata dalla Luce di Dio …come la luce del sole illumina il disegno della vetrata.

Al Signore Gesù

Signore, anch’io, come il beato Carlo d’Asburgo, ti dico che voglio essere tuo.

Ti dico anch’io che voglio confidare in Te, qualsiasi cosa mi accada.

Ti chiedo anch’io che tutta la mia vita sia in Te: nella tua luce!

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la più bella “vetrata” che esiste nell’universo.

Nessuno come Te risplende così pienamente e in maniera così splendente la Luce di Dio.

Ciò perché nessuna come Te ha confidato nel Signore e ha vissuto e vive così intimamente con il Signore.

E’ per questo che voglio essere sotto il tuo manto per sempre.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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