BORRACCIA – 5 febbraio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Sant’Agata così rispose al proconsole Quinziano che si era invaghito di lei e che, rifiutato, era diventato suo persecutore: “… la nobiltà suprema consiste nell’essere schiavi di Cristo.
(Dalla Vita di Sant’Agata Martire)

I SORSI

1

Cari pellegrini, cosa deve fare un treno per poter raggiungere la stazione di destinazione? Procedere sui binari. E cosa accadrebbe se il treno deragliasse dai binari? S’impantanerebbe nel suolo. Eppure i binari per il treno sono una sorta di “costrizione”: deve agganciarsi ad essi. Sono però una “costrizione” necessaria, vitale: senza i binari per il treno sarebbe la fine.

2

Abbandoniamo l’immagine del treno e concentriamoci sull’ acqua di questa borraccia che ci racconta un episodio della vita di sant’Agata Martire (231-251). Essendosi consacrata a Cristo, ella, appartenente ad una nobile famiglia catanese, rifiutò le proposte del proconsole Quinziano. Questi fece di tutto perché cedesse e abbandonasse il Cristianesimo. Ma non ci fu nulla da fare. Dovendo comparire dinanzi a lui in giudizio, sant’Agata decise di presentarsi vestita da schiava. Quinziano le domandò: Se sei libera e nobile, perché ti comporti da schiava?. Rispose: Perché la nobiltà suprema consiste nell’essere schiavi di Cristo.

3

Sant’Agata aveva ragione? Davvero l’essere “schiavi” di Cristo rende nobili? Per rispondere a queste domande, dobbiamo prima di tutto chiederci che cosa sia davvero la nobiltà. Essa è distinguersi dalla massa soprattutto per due motivi: uno per ciò che si è per sé; un altro per ciò che si è per gli altri.

5

Il vero nobile è colui che offre a sé il meglio; che sa perfettamente orientare la sua vita verso il giusto fine; e che, per questo, raggiunge un completo governo su tutte le tendenze più basse, le quali, dopo il peccato originale, imperversano nella natura umana.

6

Ma il nobile -dicevamo- è anche colui che sa essere un esempio per gli altri. Prima di tutto con l’offerta totale di sé a beneficio di coloro per cui è chiamato a svolgere una funzione esemplare. Nella civiltà cristiana non pochi nobili provenivano da umili origini, ma poi, distinguendosi per qualche atto di eroismo, venivano pubblicamente riconosciuti tali con la possibilità di trasferire i titoli alla loro discendenza.

7

Ed ecco perché sant’Agata ha ragione esprimendo questo paradosso: più ci si rende schiavi di Cristo, più si diventa nobili. Perché è con Cristo, solo con Lui, che l’uomo trova la verità su di sé e trova la forza per essere esempio adeguato di vera umanità per gli altri.

8

A dimostrazione di questa schiavitù di sant’Agata, c’è un episodio significativo della sua vita. Quando venne uccisa per volere di Quinziano, prese fuoco il suo corpo, ma miracolosamente non prese fuoco il suo velo, che ancora adesso i Catanesi conservano gelosamente. Un velo miracoloso, che, esposto, ha salvato più volte la città fermando le minacce eruttive dell’Etna.

9

Il velo è il segno dell’umiltà, della sottomissione, del rendersi “schiava” di qualcuno. In questo caso: “schiava” di Cristo.

10

Insomma, cari pellegrini, come il treno dell’immagine da cui siamo partiti non può procedere se non si rende “schiavo” dei binari, così anche noi non possiamo giungere verso il nostro vero fine se non ci rendiamo schiavi di Cristo.

Al Signore Gesù

Signore, ti chiedo la grazia di ancorarmi a Te.

La mia libertà è direttamente proporzionale al rendermi tuo schiavo.

Più mi stringerò a Te, e più si allargheranno gli orizzonti del mio esistere.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la Regina dell’universo intero.

Non c’è stata, non c’è, né mai ci sarà anima più nobile di Te.

La tua nobiltà sta nella perfetta adesione della tua volontà a quella di Dio.

Voglio, Madre, sempre vivere alla tua corte.

Voglio essere un tuo fedelissimo cavaliere.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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