BORRACCIA – 17 aprile

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Fratelli miei, non accusiamo Cristo di averci dato comandamenti troppo difficili, impossibili da attuare. In tutta umiltà, diciamogli piuttosto, insieme con il Salmista: ‘Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi (Salmo 119).”
(San Cesario di Arles – Discorso Morino, 35)

I SORSI

1

Cari pellegrini, chissà quante volte vi sarà capitato di ammirare un roseto. Chissà quante volte lo splendore di quelli che sono i fiori per eccellenza avrà colpito il vostro sguardo. Avrete ammirato, ma forse non avrete fatto una riflessione: quello splendore era inevitabilmente il frutto di una potatura.

2

Chi si intende di giardinaggio lo sa bene: per ottenere un ottimo risultato occorre tagliare… e tagliare bene. Addirittura occorre stare attenti anche al tipo di lama delle forbici.

3

La bellezza delle rose dipende da un’operazione che esclude, che taglia, che elimina, che distrugge qualcosa di troppo che impedirebbe alle rose di essere adeguatamente belle.

4

Soffermiamoci sulle parole dell’acqua di questa borraccia. Esse dicono chiaramente che bisogna rifiutare due gravi errori che costituiscono offese altrettanto gravi nei confronti dell’infinito amore di Dio.

5

Il primo errore è quello di “accusare Cristo di averci dato comandamenti troppo difficili“, cioè troppo pesanti. Offesa gravissima, perché significherebbe che Dio non è padre.

6

Piuttosto il ragionamento andrebbe capovolto: la “pesantezza” dei Comandamenti è dovuta alla nostra natura ferita dal peccato originale; e quindi alla nostra cattiva volontà di non far uso della Grazia di Dio che invece renderebbe tutto possibile.

7

Dio ci offre i mezzi per santificarci, siamo noi che li rifiutiamo.

8

E’ l’uomo che abbandona Dio, non Dio che abbandona l’uomo.

9

Il secondo errore è quello di ritenere che la Legge di Dio sia qualcosa di aggiuntivo nel rapporto con Dio stesso.

10

Oggi si fa un gran discorrere contro il “moralismo”, quasi a voler porre la Legge come qualcosa di artificiale, di non necessario, anzi di tendenzialmente snaturante. Ma il “moralismo” non si misura con l’accettazione della Legge quanto con l’incapacità di scorgere quelle che sono le vere motivazioni della Legge.

11

Questo secondo errore denota una strutturale ignoranza del Cristianesimo e della buona filosofia cristiana. Dio non è al di là del Bene, Dio è il Bene. Pertanto la Legge di Dio è la sua stessa natura. I Dieci Comandamenti altro non sono che la natura di Dio codificata per la vita quotidiana dell’uomo.

12

Dunque, non si può “abbracciare” Dio se non si “abbraccia” la Sua Legge.

13

Dio, nella Sua infinita Santità, ci chiama ad essere “santi”.

14

Dio, nella Sua infinita Bellezza, ci chiama ad essere “belli”.

15

E se questo richiede lo sforzo della rinuncia, è giusto che sia così.

15

Come è giusto che sia così anche per le rose. Se si vogliono delle rose che colpiscano la nostra ammirazione, occorre tagliare ciò che bisogna tagliare, eliminare ciò che bisogna eliminare, distruggere ciò che bisogna distruggere.

Al Signore Gesù

Signore, ti ringrazio del dono della Tua Legge.

Non mi interessa se oggi è di moda, anche tra i cristiani, sorvolare su di essa. Io, invece, voglio annunciare quanto è bella la Tua Legge!

Una Legge certamente esigente, ma “leggera” se si è accanto a Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la “Tutta Santa” e quindi la “Tutta Bella”.

Tu sei la “Rosa Mistica”: il fiore più bello dell’universo e del Paradiso.

Voglio essere sempre accanto alla Tua Bellezza …per educarmi alla Bellezza.

Voglio essere accanto alla Tua Santità …per educarmi alla Santità.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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