BORRACCIA – 22 agosto

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Vorrei che il mio cuore fosse grande come il cielo, puro come quello degli angeli, semplice come quello della colomba, per mettervi Dio!
(San Rafael Arnaiz Baron – Scritti spirituali, giorno 4 marzo 1938)

I SORSI

1

Caro pellegrino, in questa borraccia meditiamo su alcune parole tratte dagli “Scritti spirituali” di san Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), un giovane trappista che morì ad appena 27 anni, a causa di una grave malattia sopportata santamente.

2

Nelle parole che abbiamo scelto come acqua dobbiamo soffermarci su due desideri. Il primo: “contenere” Dio. Il secondo: avere un cuore “capace” di poter ottenere questo.

3

Iniziamo con il primo: il desiderio di “contenere” Dio. Certamente si tratta di qualcosa che è logicamente impossibile: non può l’uomo, che è limitato, contenere Dio, che è illimitato. Eppure questo desiderio c’è; e c’è per un semplice motivo (che non è affatto assurdo, anzi): perché l’uomo è stato fatto per Dio.

4

Nell’uomo c’è come un’impronta del divino che lo segna esistenzialmente e che si esprime in un’ineludibile nostalgia di Dio. Anche le menti più “illuminate” del mondo pagano lo avevano intuito. Basterebbe pensare come la filosofia di Platone sia tutta fondata e costruita su questa nostalgia; così anche certe espressioni di Cicerone, tanto per fare degli esempi.

5

Il “contenere” Dio è un desiderio che ovviamente non è possibile sul piano puramente quantitativo, ma per volere di Dio stesso è possibile sul piano della libera volontà di Dio, non come contraddizione del creato (Dio infatti non si contraddice), bensì come sublimazione dello stesso; e infatti la Vita di Grazia è in un certo qual modo un “contenere” Dio. Per non parlare dell’Eucaristia che fa dire giustamente a santa Caterina da Siena: “Colui che l’universo intero non riesce a contenere, si fa contenere da Te“.

6

L’altro desiderio è quello di avere un cuore che sia all’altezza di questa verità umanamente inimmaginabile.

7

Cosa dobbiamo intendere per “cuore”? Esso è la dimensione dell’apertura dell’uomo verso il “dover essere del suo esistere”, cioè verso ciò che egli dovrebbe realmente essere e raggiungere. In tal modo possiamo dire che il “cuore” è l’amore, ma quello vero, quello donante, quello che sottostà alla legge del reale, quello che è esito del riconoscimento della Verità. Un amore che si fa apertura a tutto ciò di cui l’uomo ha veramente e integralmente bisogno. Attenzione a questo avverbio, “integralmente”, che significa un bisogno che riguardi tutto l’essere e l’esistere umani, non solo i bisogni più spiccioli, ma anche e soprattutto quelli più grandi, senza i quali l’uomo non può capire chi è davvero. In questo senso il “cuore” è il bisogno di felicità piena.

8

Quando san Rafael dice di volere un cuore “grande come il cielo, puro come quello degli angeli, semplice come quello della colomba…” altro non dice che di avere il desiderio di possedere un “cuore” vero, un “cuore” che sia pienamente conforme agli autentici desideri umani, che non si affezioni alle sciocchezze, ma solo ed unicamente a ciò che apre le porte all’Eternità, all’Assoluto, all’Infinito.

Al Signore Gesù

Signore, stammi vicino.

Stammi talmente vicino da essere dentro di me.

Fa che non ti abbandoni mai.

Che sia pronto a morire, piuttosto che abbandonarti con il peccato.

Alla Regina dello Splendore

Madre, non c’è creatura nell’universo che abbia un “cuore” come il tuo.

Il Tuo è il “cuore” pienamente sublime.

E’ il Cuore Immacolato.

Voglio stare accanto a Te per assaporare la pace che conferiscono i battiti del tuo Cuore.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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