BORRACCIA – 15 dicembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Un grado di perfezione consiste nel rallegrarsi quando ci si vede privati di ogni soccorso umano, abbandonati dai propri parenti, dai propri amici e da tutte le creature, che non vogliono o non possono aiutarci, che non possono né darci un consiglio né aiutarci con il loro talento e il loro credito, che non hanno alcun mezzo di venire in nostro soccorso.
(J.B. Saint-Jure, Sulla conoscenza e sull’amore di Gesù Cristo)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo questa scena. C’è un uomo che sta in pericolo nel mare e corre il rischio di affogare; e qualcuno dagli scogli a dirgli: “Forza, aggrappati a te stesso!“. Se non fosse per la tragicità della situazione, ci sarebbe da ridere. E’ evidente che chi ha parlato non deve avere il cervello a posto, altrimenti non si spiegherebbe la sciocchezza detta.

2

E’ certo che l’uomo ricerchi la felicità. Dio ci ha creati per essere felici: questo è sicuro.

3

Allora perché, alle volte, permette nella nostra vita delle prove molto dure? Perché permette finanche che tutti coloro che sono vicini non possano dare alcun aiuto, che nessuno possa venire in nostro soccorso?

4

E’ perché vuol farci capire che è Lui l’unica fonte possibile della felicità. Gli altri che Lui ha donati, ordinariamente possono essere (e di fatto lo sono) di aiuto, ma non possono né devono sostituirlo.

5

E qui -cari pellegrini- si può materializzare un rischio: essere intellettualmente convinti che Dio può tutto, ma poi decidere di agire e di gestire la propria vita come se la fonte della felicità sia solo in noi e in coloro che sono stati posti al nostro fianco. Un conto, insomma, sono le nostre idee, altro la nostra vita.

6

Ecco allora che Dio ci purifica facendoci capire che solo Lui può davvero soccorrere, perché non c’è felicità e salvezza possibili se non in Lui.

7

Con questo si capiscono ben due cose. La prima: quanto sia fallace l’andamento dei nostri tempi. La seconda: quanto il Signore ci consideri grandi.

8

Veniamo alla prima. I nostri tempi vorrebbero farci ragionare in tutt’altro modo da come vuol farci ragionare Dio. Si dice che la soluzione per l’uomo sia trovare in se stesso la soluzione. Che sciocchezza! Ci si dica allora da dove iniziare…

9

Veniamo alla seconda. Se ci si riflette, si capisce quanto il Signore ci chiami ad una grandezza che è umanamente inimmaginabile. Se scegliamo Lui, saremo capaci di vincere qualsiasi forza, di resistere nel deserto, di scalare le più alte vette delle difficoltà della vita.

10

Insomma, cari pellegrini, quando non vogliamo riconoscere che Dio è l’unico a poter risolvere la nostra vita, siamo come quello sciocco (dell’immagine da cui siamo partiti) che dice al povero disgraziato che sta affogando: “Aggrappati a te stesso!”

Al Signore Gesù

Signore, Tu desideri che ti dica che solo di Te ho davvero bisogno.

E allora io ti dico e ti dirò sempre questo.

D’altronde è nella stessa mia vita questo inequivocabile riconoscimento.

Alla Regina dello Splendore

Madre, qualsiasi cosa il Signore permetterà nella mia vita, so che Tu sarai sempre al mio fianco, perché la Tua tenerezza materna è il dono più grande che mi ha offerto il Tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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