BORRACCIA – 13 dicembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Non fare gran conto di chi ti sia favorevole o contrario; piuttosto preoccupati assai che, in ogni cosa che tu faccia, Dio sia con te.

(Imitazione di Cristo, II, 2)

I SORSI

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Cari pellegrini, è sera e ci capita di osservare un cielo stellato. Gli astri che scorgiamo sono lontanissimi da noi. Forse qualcuno è sparito da chissà quanto tempo, perché la sua luce solo adesso sta arrivando sulla terra.

2

Le parole di questa borraccia sono tratte da L’imitazione di Cristo e mettono in evidenza il valore della “compagnia”.

3

Sono parole, infatti, che non negano quanto sia importante nell’uomo (e in un certo modo costitutivo) il desiderio di “compagnia”. Ma non dicono solo questo: precisano quale debba essere la vera compagnia; o meglio: la compagnia che all’uomo veramente serve.

4

Lo scrittore Francesco Burdin (1916-2003) scrisse: “Non cerco la compagnia degli uomini. Ne ho già uno indosso, mi basta e mi avanza.” Vero! L’uomo può offrire all’uomo solo una compagnia relativa, una compagnia di “riempimento” del tempo, ma non “risolutiva” sul piano delle domande fondamentali del vivere.

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All’uomo serve la compagnia di Dio. Tutto il resto è importante, ma non decisivo. Anzi, se c’è la compagnia di Dio, anche la compagnia dell’uomo, dei propri cari e dei propri affetti, acquista senso e possibilità di essere autenticamente vissuta.

6

Ma c’è anche un altro significato che queste parole sottendono, ed è quello di agire e di operare non preoccupandosi del giudizio degli uomini, bensì di quello di Dio, perché è l’unico giudizio che conta.

7

Torniamo al discorso della “compagnia”. Anche relativamente a questo, il Cristianesimo si mostra unico nella sua bellezza. Solo nel Cristianesimo, infatti, si parla del fatto che l’uomo sia chiamato a vivere della vita stessa di Dio e che possa essere inabitato da Dio stesso. Altro che semplice compagnia!

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Se solo riflettessimo su questo… Pensate, cari pellegrini, che responsabilità ci portiamo avendo la possibilità di stabilire un rapporto di dialogo continuo con l’Onnipotente e l’Assoluto, e non approfittarne.

9

Da qui il rammarico del Signore. Egli è ferito continuamente dalla nostra indifferenza, dalla nostra freddezza, dalla nostra incapacità di affidarci a Lui. Scrive padre Schryvers nel suo Anime fidenti: “Noi siamo alla presenza di Dio come un atomo disperso nell’immensità dell’universo. Quale gloria può venire a Dio di un essere tanto piccino e peccatore? Eppure Dio vuole da noi una gloria degna di Lui, una gloria, in qualche modo, infinita.”

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E padre Adolphe Tanquerey, nel suo Teologia ascetica e mistica, scrive: “Dio ci ama da tutta l’eternità e brama quindi di unirsi a noi (…). Con instancabile amore ci cerca, come se non potesse essere felice senza di noi.” 

12

Cari pellegrini, torniamo all’immagine da cui siamo partiti. L’universo è enorme, grandissimo, miliardi e miliardi di anni luce lo percorrono. Dio è infinitamente più grande dell’universo; anzi: è il creatore e il signore dell’universo. Ebbene: questo Dio pensa a noi. Questo Dio pensa a me. E mi offre la sua compagnia!

Al Signore Gesù

Signore, ti chiedo questa grazia -e te la voglio chiedere ogni giorno- che possa essere sempre con Te.

Che possa per tutta l’eternità essere con Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, padre Schryvers dice che la vera anima fidente: “…si accontenta di aderire tranquillamente a Dio, di porgere l’orecchio dalla parte del Tabernacolo, di tenere la mano della sua Madre celeste con ‘Ave Maria’ ripetute, affidandosi a Gesù e Maria per il suo progresso e la sua perfezione.”

Anch’io voglio tenerti la mano con la Catena del Rosario.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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