BORRACCIA – 28 ottobre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate senza stancarvi la sua presenza!”

(Salmo 104)

I SORSI

1

Cari pellegrini, siamo dinanzi ad un cantiere dove si sta costruendo un palazzo. Ci mettiamo ad osservare i muratori. Vanno e vengono, si muovono, operano come devono operare. E noi, che non siamo del mestiere, non ci capiamo nulla. Ci sembra che ognuno degli operai vada per i fatti propri. E invece non è così; tutti stanno lavorando sotto una direzione.

2

L’acqua di questa borraccia ci dice che dobbiamo cercare di Dio: la sua potenza e la sua presenza.

3

Soffermiamoci su questi due concetti: potenza e presenza.

4

Se si fa attenzione, ci si accorge che si tratta di due concetti logicamente e anche praticamente legati fra loro: una potenza che non sia presente serve a poco, se non a nulla; una presenza che non sia potente, altrettanto.

5

Ognuno di noi ha dunque bisogno tanto di ciò che è potente quanto di ciò che è presente. Meglio: ha bisogno di una potenza presente e di una presenza potente.

6

Ognuno di noi ha bisogno di una potenza… Il motivo è molto semplice: perché siamo impotenti. Cioè siamo incapaci di dare una “soluzione” alle nostre faccende. Siamo incapaci di ordinare il nostro spazio e il nostro tempo, ovvero il nostro reale.

7

La pericolosa filosofia di Nietzsche (1844-1900) dà una risposta sbagliata all’apparente incomprensibilità e caoticità del reale. Essa dice che l’uomo non dovrebbe pretendere di dare senso alla realtà, perché è impossibile. L’unica possibilità sarebbe cercare di cavalcare questo “cavallo impazzito” che è la realtà attraverso una fantomatica “volontà di potenza”. Ma l’esito è comunque il soccombere nel caos.

8

C’è invece un’altra potenza -quella giusta- che è a disposizione dell’uomo, ed è la potenza del logos di Dio. Ovvero rimettersi a Colui che può dare senso tutto, anche a ciò che sembra non averne.

9

Quando ci è difficile capire ciò che capita, dobbiamo dire al Signore: Io so che ciò che stai permettendo nella mia vita ha un senso, mi rimetto alla tua potenza ordinatrice.

10

Insomma, ognuno di noi ha bisogno anche di una Presenza, con la “P” maiuscola. Ha bisogno della Presenza di Dio a cui fare continuamente riferimento, per capire di non essere soli nella propria vita; e che sentirsi tali (cioè soli) è solo una menzogna di chi ci vuole distruggere.

11

Cari pellegrini, torniamo all’immagine del cantiere. Gli operai sembrano lavorare caoticamente, senza armonia fra loro. E invece non è così. Tutti lavorano sotto una direzione che la nostra ignoranza non riesce a scorgere, ma che c’è. E da quel apparente caotico lavoro, verrà fuori un palazzo ordinato.

12

Così è Dio. Meglio: così sono la potenza e la presenza di Dio nella nostra vita. Esse lavorano per mettere ordine in noi, nelle nostre faccende. Dobbiamo però corrispondere, servendole con fiducia.

Al Signore Gesù

Signore, che tu sia la potenza su cui fondare il mio esistere.

Signore, che tu sia la presenza con cui accompagnare il mio esistere.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che più di tutti ha sperimentato la potenza e la presenza di Dio.

Aiutami a invocare questa potenza e questa presenza.

Stretto a Te, ciò sarà possibile.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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