LA BORRACCIA – 18 ottobre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Nei tempi in cui c’era la fede, Dio aveva un posto ben diverso nella vita. La legge delle primizie gli consacrava i primogeniti dell’uomo, degli animali e dei prodotti della terra. In tutto la prima parte era per Lui. La preghiera e il segno della croce erano dappertutto; le azioni ordinarie della vita portavano sempre un segno religioso. Gli atti pubblici e quelli privati si facevano nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nulla si faceva senza Dio. 

(Dom Francois de Sales Pollien – Cristianesimo vissuto)

I SORSI

1

Cari pellegrini, una mamma che vive sola ha ricevuto da poco una telefonata: tra non molto tornerà da un lungo viaggio un suo figliuolo. La donna si riempie di gioia. Ma non basta. Si dà da fare. Non vede l’ora di far trovare al figlio qualcosa di buono. Improvvisamente, il tanto tempo che aveva e che sembrava non passare mai, diventa breve. Troppo breve.

2

Nell’acqua di questa borraccia il noto dom Francois de Sales Pollien (1853-1936) dice chiaramente che un tempo Dio veniva messo al primo posto. Le primizie erano le sue e tutto si faceva ricercando la sua volontà, confidando in Lui, nella sua presenza e nella sua forza.

3

Soffermiamoci sul concetto di primizie e su ciò che ad esso consegue, cioè il fatto che ciò che si fa per primo deve essere offerto a Dio.

4

Ciò ci permette una riflessione sul tempo. Meglio: sul rapporto tra il nostro tempo e Dio.

5

A riguardo dobbiamo individuare due evidenze. La prima è quella del tempo come dono. La seconda del tempo come occasione.

6

Il tempo concepito come dono è ciò che di più realistico, ragionevole e concreto possa esistere. Chi, infatti, può affermare che il tempo sia qualcosa che si possa completamente padroneggiare?

7

L’uomo è tenuto a programmare il tempo. Se non lo facesse, si ridurrebbe alla condizione delle bestie. Ma si tratta di una programmazione che è sempre sotto condizione. Il desiderio è fare una determinata cosa, ci si propone di compiere un’attività, ma poi sul futuro decide solo chi è davvero padrone del tempo: Dio.

8

Un noto proverbio infatti dice: L‘uomo propone e Dio dispone. Che, diciamolo francamente, è un’affermazione di enorme sapienza.

9

L’uomo “propone” nel senso che anticipa e programma, ma Dio “dispone”, nel senso che è Lui a mettere ordine secondo il vero senso del vivere.

10

Dicevamo: il rapporto tempo dell’uomo e Dio pone un’altra grande evidenza. Il fatto che il tempo debba essere vissuto come occasione. Occasione di cosa?

11

Se il tempo fosse frutto del caso, non avrebbe senso. Ciò che viene dal nulla, per andare verso il nulla, non può avere alcun significato.

12

Non solo un tempo del genere non può avere alcun significato, esso sarebbe anche destinato a costringere l’uomo in un’impietosa ed avvilente solitudine.

13

Una solitudine che si manifesterebbe con l’incapacità di scoprire quanto le proprie azioni nel tempo, al di là se siano importanti o banali, grandi o piccole, possano e debbano collocarsi in un giudizio che non è quello dell’uomo.

14

Il tempo dell’uomo in Dio è il tempo che permette di offrire le proprie azioni, le proprie preoccupazioni, le proprie attività al giudizio di Dio.

15

E non c’è “occasione” più grande e rasserenante di questo. Certo, il giudizio di Dio va temuto, è qualcosa che responsabilizza, ma è l’unica “occasione” per rendere sensato il proprio tempo.

16

Come il tempo della mamma sola da cui siamo partiti. Quel tempo così impietosamente lento che improvvisamente diviene veloce e desiderabile, solo perché c’è qualcuno a cui poter offrire una bella sorpresa.

Al Signore Gesù

Signore, io mi riprometto di fare tutto per Te.

Mi riprometto di offrire ogni mio attimo a Te.

Mi riprometto di metterti sempre al primo posto e di rivolgere il mio pensiero a Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la creatura che più ha offerto il suo tempo a Dio.

Qui, su questa terra, la tua vita era tutta all’insegna di Dio.

Ogni tuo pensiero, ogni tuo respiro e battito del tuo cuore era per il tuo Divin Figlio.

Perché possa anch’io fare del tuo Divin Figlio il protagonista del mio tempo, vengo da te, Madre.

Accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "LA BORRACCIA – 18 ottobre"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*