BORRACCIA – 27 maggio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Signore, Tu sai tutto di me: l’ora della morte e quella della resurrezione

(Salmo 138)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo questa scena. Una mamma sta mettendo a dormire il suo bambino. Si tratta di un bimbo di pochi mesi. Lo mette nella culla, tra le lenzuola pulite e poi inizia a cullarlo per conciliargli il sonno. Le culle dei bambini hanno una caratteristica comune: posseggono delle alte balaustre per far sì che il bimbo, svegliandosi ed ergendosi, non possa cadere e farsi male.

2

Quando la mamma pone il bambino nella culla, è tranquilla. Sa che lì non potrà farsi del male perché c’è una struttura che è fatta in modo per proteggerlo. L’impegno è piuttosto far addormentare il piccolo, ma questa è un’altra cosa…

3

L’acqua di questa borraccia è costituita da poche parole prese dal Salmo 138. Poche parole, ma molto chiare: Signore, Tu sai tutto di me: l’ora della morte e quella della resurrezione.

4

Noi, dunque, siamo inseriti non solo dentro un progetto, ma perfino dentro una struttura. Più semplicemente: Dio non solo ci ha voluto e quindi ci ha creati, non solo ha progettato la strada affinché potessimo arrivare a Lui, ma in un certo qual modo questa strada l’ha anche costruita. Il nostro compito è doverla percorrerla.

5

Insomma, Dio non si è limitato a consegnarci il progetto e a dirci: adesso la strada costruiscila tu. No, Dio la strada l’ha progettata e costruita. A noi spetta imboccarla e percorrerla.

6

Non solo siamo dinanzi al progetto, ma già stiamo dentro la costruzione che Dio ha costruito (chiediamo scusa del gioco di parole) per noi.

7

Dio -come dice il Salmo- già sa l’ora della nostra morte e della nostra resurrezione.

8

Ciò vuol dire che non siamo liberi? Niente affatto. Siamo non solo liberi, ma liberissimi! Infatti sta a noi percorre la strada. Possiamo anche rifiutarla, tornare indietro, imboccarne un’altra, andare verso il precipizio; di alternative funeste ce ne sono.

9

E anche se scegliessimo male, la costruzione rimarrebbe. Anche se la rifiutassimo, rimarrebbe. E sapete perché? Perché Dio non abbandona e spera che, pentendoci, torniamo indietro per percorrere finalmente la strada che ha costruito per noi.

10

Il filosofo spagnolo, nonché padre gesuita, Baltasar Graciàn (1601-1658) dice nel suo Oracolo manuale: “E’ regola dell’uomo avveduto abbandonare le cose che lo abbandonano; cioè, non aspettare di essere un astro al tramonto”. Il Dio cattolico no, il Dio cattolico non abbandona chi lo abbandona. Non gli interessa di divenire un “…astro al tramonto“; spera sempre che ciò che ha costruito per l’uomo, sia dall’uomo scelto e utilizzato.

11

Dio ha fatto per noi ciò che fa la mamma quando delicatamente pone il suo bimbo nella culla: il soffice delle lenzuola ad accarezzarlo …e la robustezza delle balaustre a proteggerlo.

Al Signore Gesù

Signore, fa sì che io scelga ciò che hai preparato per me.

Io voglio solo la tua volontà.

La mia libertà è ciò che Tu vuoi da me.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la creatura che più di tutte ha corrisposto a ciò che Dio ha preparato per ognuno.

Essere a fianco a Te, vuol dire essere a fianco alla creatura più libera: più libera proprio perché più ha corrisposto ai disegni di Dio.

Madre, anch’io voglio essere libero come Te e per questo mi incateno a te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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