BORRACCIA – 21 maggio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Perché il popolo potesse un giorno entrare in possesso di un paese dove stillavano latte e miele è stato necessario passare attraverso luoghi aridi e incolti. (…). Sia ospite del deserto, colui che vuole diventare cittadino dei cieli.

(Sant’Eucherio vescovo)

I SORSI

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Cari pellegrini, sentite questa storia. Vi era una bambina ghiotta di dolci che continuamente diceva: “Come sarebbe bello se si potesse mangiare gratuitamente in una pasticceria. Se ci fosse questa possibilità, mangerei tutto quello che c’è.” Dal momento che la bambina ripeteva continuamente queste parole, il papà decise di portare la piccola in una nota pasticceria della città e disse al commesso dietro al bancone indicando la figliuola: “Datele tutto quello che chiede“. Conclusione della storia: dopo tre o quattro dolci, la bambina si sentì così sazia che non chiese più nulla… e soprattutto non disse più che se avesse avuto la possibilità, avrebbe mangiato una pasticceria intera.

2

C’è poco da fare: il bisogno viene generato dal vuoto. Meno si ha, più si ha bisogno. E’ una legge incontrovertibile. Ovviamente vale anche il contrario: se si vuole avvertire il bisogno, è necessario fare l’esperienza della privazione.

3

Sant’Eucherio, di cui non conosciamo la data di nascita e che morì verso il 450, fu vescovo di Lione. In un suo scritto, Elogio del deserto, dice che per essere cittadini del cielo, bisogna prima essere ospiti del deserto. E più su ricorda che il popolo d’Israele per prendere possesso di una terra dove stillavano latte e miele dovette passare attraverso la durezza del deserto, cioè dell’aridità.

4

Ci sono due riflessioni da fare. La prima: il passaggio dalla terra al cielo è il passaggio da una situazione di precarietà ad una di stabilità. La seconda: non c’è dolcezza possibile, se non si passa attraverso l’amarezza dell’aridità.

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Sant’Eucherio indicando la necessità del passaggio del deserto, utilizza due parole precise: “ospite” e “cittadino”. Dice che nel deserto si è ospiti, nel cielo si è invece cittadini.

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Dunque, il passaggio attraverso il deserto è qualcosa di momentaneo e che nello stesso tempo si esprime in una precarietà. Mentre quello del cielo, è una condizione definitiva, ma anche stupendamente gioiosa. Talmente gioiosa, che non ci si stancherà mai di essere per sempre lì.

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Infatti, l’inferno è rendere il deserto definitivo. Le anime dannate vorrebbero che finisse quella loro condizione, che invece non finirà mai.

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In Paradiso, invece, le anime si sentono completamente appagate nei loro più intimi desideri. Non a caso san Tommaso dice che il Paradiso è la “piena soddisfazione di ogni umano desiderio“.

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Veniamo alla seconda riflessione: non c’è dolcezza possibile, se non si passa attraverso l’amarezza dell’aridità.

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Come si può maggiormente gustare la dolcezza dopo che si è mangiato qualcosa di acre, così la dolcezza del Paradiso sarà piena e assaporabile dopo che l’anima si sarà pienamente purificata nell’amarezza della prova.

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Dunque, cari pellegrini, siamo dinanzi ad un’alternativa di fondo: l’instabilità, l’aridità e l’amarezza del deserto li vogliamo far essere condizioni transitorie o definitive? Se rifiutiamo la Speranza che ci è data dalla Croce, saranno definitive. Se invece accettiamo la Speranza della Croce, allora alla condizione di ospite succederà quella di cittadino e all’amarezza la dolcezza.

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Una dolcezza che adesso non possiamo pienamente intendere, perché talmente grande da essere ineffabile; e, fin quando non sperimentata, non si potrà mai capire.

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A proposito di questa dolcezza del Paradiso, Dante dice a Piccarda Donati: “La dolcezza senti / che, non gustata, non s’intende mai.” (Paradiso III, 38-39)

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Insomma, il latte e il miele che ci attenderanno non saranno come i dolci della bambina di cui abbiamo parlato all’inizio. Questi, dopo un po’, saziano e non li si desiderano più. Il latte e il miele di cui parla sant’Eucherio, mutuandoli dalla Bibbia, sono inesauribili, sempre nuovi e saporosi.

Al Signore Gesù

Signore, preparami il viaggio che vuoi. L’itinerario fallo Tu a seconda di ciò che è meglio per me.

Se devo passare attraverso il deserto, sia fatta la tua volontà.

Se devo passare attraverso l’amarezza e l’aridità della prova, sia fatta la tua volontà.

L’importante è che sia sempre con Te e in Te.

L’importante che nel cammino non perda mai di vista la Tua Croce.

Alla Regina dello Splendore

Madre, anche Tu sei passata attraverso il deserto.

Anzi, tutta la tua vita è stata una perenne crocifissione pensando a cosa sarebbe toccato al Tuo Divin Figlio.

Ma Tu avevi Gesù al Tuo fianco.

Nel mio cammino non voglio mai perdere Gesù, e per questo ti chiedo di essere sempre a fianco a Te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 


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