BORRACCIA – 20 giugno

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

L’eterna soavità, o Signore, penetri e fortifichi la tua famiglia (…) e questa si pasca eternamente del buon odore di Cristo.

(Dopocomunione della Messa in onore di San Gorgonio)

I SORSI

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Cari pellegrini, immaginiamo di aver fatto una lunga camminata. Per esempio, abbiamo partecipato ad un pellegrinaggio a piedi. Ore ed ore di cammino, discese, salite, sentieri difficili. Per quanto abbiamo potuto sostare, a sera la fatica si fa sentire. Le gambe sono pesanti e non vediamo l’ora di poterci riposare. Arriviamo in albergo. Una bella doccia calda e poi ci tuffiamo in un comodo letto. Il materasso soffice, le lenzuola profumate di bucato e il cuscino che avvolge dolcemente il nostro volto diventano per noi la culla dell’atteso riposo. Un letto in cui vi è dolcezza (la sofficità) e in cui vi è il profumo (le lenzuola di bucato).

2

Forse non ci si riflette abbastanza, ma la vita anela proprio a queste due sensazioni: la soavità (la dolcezza) e il profumo. Ovviamente da intendersi a livello esistenziale.

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La dolcezza è ciò che avvolge, sostiene e smussa la durezza di qualcosa.

4

Il profumo è la bellezza che rasserena e rende saporosa una realtà.

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Le parole dell’acqua di questa borraccia sembrano chiedere qualcosa di paradossale. Chiedono al Signore che conceda la soavità, ma una soavità che fortifichi. Ora, il concetto di fortezza e il verbo fortificare richiamano la solidità, la durezza, la robustezza. Vi immaginate un fabbricato che si sorregga con delle fondamenta di piuma d’oche? Occorre piuttosto la durezza del cemento.

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S’invoca una dolcezza non debole, non fragile, ma robusta e solida. Perché la dolcezza di cui abbiamo bisogno è la granitica dolcezza dell’immutabilità di Dio. La nostra vita, infatti, è talmente fragile e così minacciata da tutto, che invochiamo che ci venga data la dolcezza di ciò che mai finirà, di ciò che è imperituro, di ciò che non segue mode o mutabilità dell’esistere.

7

Ma come può essere dolce una robustezza del genere? Può esserlo perché si confà pienamente al desiderio di essere capiti e accolti.

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Pietro non aveva ancora compreso il mistero di Cristo (si era prima della Pentecoste) eppure disse una cosa verissima allorquando Gesù stava per andarsene: “Signore, da chi andremo, Tu solo hai parole di vita terna!” (Giovanni 6). Ecco: la dolcezza di cui abbiamo bisogno è proprio ciò che è eterno e che “robustamente” vince il tempo: le parole di vita eterna!

9

Da qui il profumo. La famosa stilista Coco Chanel (1873-1971), che ovviamente non vogliamo offrire a modello, a proposito del profumo disse una cosa che non si può non condividere: “Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza.” Ed è così: il profumo non si vede, ma non solo si sente (affermazione scontata), è anche qualcosa che, assaporato, vince il tempo. Infatti, preannuncia e prolunga una presenza.

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Ed ecco perché nell’acqua di questa borraccia si chiede al Signore che il suo buon odore “pasca“, cioè guidi noi che vogliamo metterci alla sua sequela.

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Oggi, si fa un gran parlare del fatto che i sacerdoti debbano essere intrisi dell’odore delle pecore. Affermazione che di per sé è giusta; ma bisogna precisare che il sacerdote deve soprattutto odorare del profumo di Cristo. Il mondo non deve essere ammorbato dall’odore spesso spiacevole delle bestie, piuttosto deve essere addolcito dal profumo di Cristo. E non a caso uno dei carismi che possiedono alcuni santi (per esempio lo aveva san Pio da Pietrelcina, protettore de Il Cammino dei Tre Sentieri) è quello di emanare misteriosi e dolcissimi profumi.

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Dunque, dolcezza e profumo. Dolcezza robusta e fragranza.

13

Cari pellegrini, il cuscino e lenzuola che ci hanno atteso e avvolto dopo il lungo cammino sono solo una piccolissima e insignificante prefigurazione di ciò che ci attenderà se corrisponderemo alla Grazia di Dio, unica robusta dolcezza e unico fragrante balsamo della vita.

Al Signore Gesù

Signore, che la tua dolcezza abbracci la mia vita e che il tuo profumo impregni il mio esistere.

Che nel mio piccolo e nella mia nullità, possa portare al mio prossimo la bellezza della Tua dolcezza e la fragranza del Tuo profumo.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la creatura più dolce che esista.

Il tuo esistere e la tua presenza davano a coloro che ti incontravano la possibilità di intravedere il Paradiso.

Cosa doveva essere la tua casa con la presenza tua, di Gesù e di san Giuseppe!

Non c’erano mobili eleganti, non c’era ostentazione di ricchezza, eppure tutto era all’insegna della bellezza e dello splendore, grazie alla vostra presenza.

Madre, voglio essere a fianco a Te per inondarmi della dolcezza e del profumo tuo e del Tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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