BORRACCIA – 21 marzo

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Gustate e vedete quanto è soave il Signore! Felice l’uomo che spera in Lui.”

(Salmo 33)

I SORSI

1

Cari pellegrini, oggi dobbiamo fare un piccolo sforzo di memoria. Dobbiamo ricordarci quando eravamo bambini. Chissà quante volte ci sarà capitato di uscire con un genitore, oppure con un nonno o uno zio e passare dinanzi ad una gelateria. Il nostro sguardo infantile si sarà soffermato su ciò che di buono si vendeva in quel negozio e così, pur non avendo avuto il coraggio di chiedere, abbiamo nutrito la speranza che chi ci accompagnava si fermasse e ci dicesse: “Vuoi un gelato?

2

Questo è un piccolo episodio che sarà capitato chissà quante volte. E capita ancora adesso quando si porta a passeggio un bambino: dal loro sguardo si capisce se gradiscono qualcosa e viene spontaneo accontentarli.

3

E’ un episodio che unisce due concetti: la dolcezza e la speranza.

4

La dolcezza. Perché i dolci piacciono un po’ a tutti, ma particolarmente piacciono ai bambini e agli anziani? Con ogni probabilità entreranno in gioco fattori organici, ormonali, ma, dicono i competenti in materia, che il desiderio di dolce esprime un desiderio di compagnia e di amore. E chi più dei bambini e degli anziani desiderano essere “accompagnati”?

5

Dicevamo, l’episodio evocato esprime anche un altro concetto: la speranza. Il bambino spera in cuor suo che chi gli sta accanto gli chieda se vuole il gelato, per poter rispondere di sì. Ebbene, il desiderio di dolcezza mendica un compimento, invoca una sua concretizzazione.

6

Le parole del Salmista ci dicono chiaramente che non c’è realtà più dolce del Signore Dio. Ovvero non c’è realtà più desiderabile del Signore Dio. E così non c’è desiderio più insopprimibile se non il desiderio di Dio.

7

Ma il Salmista aggiunge anche un’altra cosa, e cioè che non c’è uomo più felice di quello che spera di vivere per l’eternità con Dio. Infatti, se è vero che in ogni uomo alberga costitutivamente il desiderio di Dio; è pur vero che gli uomini si dividono in due categorie, quelli che sopprimono questo desiderio e quelli che invece su questo desiderio costruiscono la propria vita.

8

Ecco perché il Salmista dice chiaramente che ai primi è data l’infelicità, ai secondi la felicità: “Felice l’uomo che spera in Lui!”

9

San Francesco d’Assisi (1181-1226) dice nel suo Testamento “…ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo”.

10

Il Signore Dio cambia tutto.

11

Cambia l’amaro in dolce.

12

E se il Signore non dovesse annullare totalmente l’amaro, certamente lo trasformerà in dolcezza.

13

Camminare sotto al sole è pesante e faticoso, ma un dolce gelato fa dimenticare la fatica. Apre ad un gusto nuovo!

Al Signore Gesù

Signore, ravviva in me la fede nella tua bontà e nella tua dolcezza.

Non permettere che possa rigettare il desiderio di Te, anzi fa sì che questo desiderio sia la bussola del mio cammino.

Alla Regina dello Splendore

Madre, la Tua dolcezza è il riflesso dell’infinita dolcezza di Dio.

Madre, immagino quanto tu donavi un dolcetto al piccolo Gesù. Vedevi i suoi occhioni spalancarsi, il visino riempirsi di gioia e lo vedevi mangiare di gusto ciò che gli avevi donato. In quei momenti avrai pensato: “E’ Dio, la dolcezza in sé, che sta gustando un piccolo dolce.” E questa contemplazione rapiva il tuo Cuore Immacolato.

Madre, mi stringo a Te, perché il desiderio di questa Dolcezza possa costituire il motore del mio esistere.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 

 


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