di Corrado Gnerre
Nietzsche sceglie il “fanciullo” come modello più autentico dell’essere uomo, perché sottolinea del fanciullo la dimensione pre-logica se non addirittura a-logica.
Dimensioni, queste, che sono funzionali al modo con cui Nietzsche intende la realtà: ovvero un’esplosione esuberante di forze caotiche.
Una realtà caotica, che pertanto non può essere letta con le categorie post-socratiche della metafisica classica; né tantomeno con quelle del Logos cristiano.
Ma ciò ci fa capire come tale idea nietzchiana di fanciullo sia diametralmente diversa da quella evangelica.
Gesù loda i fanciulli, anzi addirittura dice che non si diventa come loro, non si potrà entrare nel Regno dei Cieli: “In quel momento, i discepoli si avvicinarono a Gesù, dicendo: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?» Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.” (Matteo 18,1-4)
L’espressione chiave è: “Chi si farà piccolo come questo bambino…”. Gesù, pertanto, esalta l’umiltà dinanzi alla magnificenza e al mistero della realtà, non intende affatto il rifiuto del reale in quanto tale.
Insomma, la differenza tra il fanciullo nietzschiano e quello evangelico è nella meraviglia.
La meraviglia sa leggere ed individuare il positivo.
La meraviglia non è né pre-logica né a-logica.
Il bambino non tende a negare il reale, bensì dinanzi alla magnificenza di esso, sgrana gli occhi, si stupisce… si meraviglia appunto.
In tal modo la logica non è negata, bensì sublimata, perché più rapida, cioè più immediata.
Platone, ch’era un realista, dice: “La meraviglia è propria della natura del filosofo; e la filosofia non si origina altro che dallo stupore”.
Per terminare leggiamo due frasi di due uomini di scienza. Il primo è uno scienziato vero e proprio, il chimico Luois Pasteur (1822-1895), il secondo un uomo che ha servito la scienza, l’astronauta che per primo mise piede sulla luna, Niel Armstrong (1930-2012).
Ha detto Pasteur: “Meravigliarsi di ogni cosa è il primo passo della ragione verso la scoperta“.
Ha detto Armstrong: “Il mistero genera meraviglia e la meraviglia è alla base del desiderio dell’uomo di capire.“
Dunque, la meraviglia si accorda con la ragione, anzi ne è una precondizione, “Meravigliarsi di ogni cosa è il primo passo della ragione verso la scoperta“; e la meraviglia è ciò che spinge l’uomo a conoscere, “Il mistero genera meraviglia e la meraviglia è alla base del desiderio dell’uomo di capire.“
Altro che pre-logicità o a-logicità!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Fanciullo santo