Coronavirus… dalla paura dell’uomo alla paura della natura

Non sappiamo come andrà a finire questa questione del coronavirus. I casi credibili ci sembrano due, totalmente alternativi. O la cosa è molto-molto grave, volutamente sottodimensionata; oppure si tratta dell’ennesima enfatizzazione mediatica per fini che possono essere più o meno prevedibili. Sinceramente una terza posizione, intermedia, non ci sembra plausibile.

 Per questo motivo dovremmo abituarci, dinanzi ai fatti, di evitare interpretazioni future o futuribili (a meno che non si sia investiti di un particolare carisma) e limitarsi a riflettere solo sull’accaduto e su ciò che sta accadendo. Dunque, lungi da noi prendere una posizione interpretativa.

La riflessione che però va fatta è questa.

Da qualche mese a questa parte eravamo tutti (per noi il “tutti” non vale, lo utilizziamo per bon ton) preoccupati dalle e delle isterie “gretine”. Tutti ad ossessionarsi di ciminiere, smog, cambiamenti climatici, orsi ridotti pelle e ossa (finanche questo ci hanno fatto vedere in televisione), ghiacciai sciolti e possibile mare artico a biancheggiare sotto casa. Insomma, la povera natura, offesa, violentata, abusata dall’uomo cattivo. Chi frequenta le scuole avrà visto in questi mesi scene patetiche: sui banchi, accanto ai libri (sempre meno grazie ai sussidi informatici), la doverosa borraccia; e quei pochi studenti a bere dalle bottigliette di plastica visti quasi come negazionisti dell’apocalisse climatica. Poi cosa è successo? E’ bastato poco -anzi: pochissimo- e la paura si è concentrata sul coronavirus.

La cosa potrebbe non essere di per sé una grande notizia su cui riflettere; e invece lo è, per un motivo molto semplice. Nel giro di pochi giorni (anche se pochi lo stanno dicendo) si è passati, almeno inconsciamente, dalla paura dell’uomo alla paura della natura. Insomma, quella stessa natura -poverina- così maltrattata dall’uomo cattivo, adesso è diventata la spauracchio e la causa di incontrollabili psicosi.

Un’eterogenesi dei fini di non poco conto. Una lezione di non poco conto!

Torniamo a ripetere: non sappiamo questa diffusione del Covid-19 che pieghe ulteriori prenderà e come finirà; sappiamo però che, per ciò che è avvenuto e sta avvenendo, risuona chiaro un sonoro “schiaffo” a certe mode e e vulgate mediatiche.

E’ l’esito di troppa lettura e poca sapienza.

Alexis Carrell, grande medico, premio Nobel nel 1912 nonché convertito a Lourdes dove fu testimone di uno strepitoso miracolo, disse giustamente: “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”. Una frase di confutazione del positivismo di quegli anni a favore di un sano realismo metafisico.

Oggi, siamo arrivati al punto in cui è saltato anche il ragionamento per affidarsi unicamente alla lettura beota, sciocca e passiva del mainstream… per cui potremmo parafrasare Carrel dicendo: “Poco ragionamento e molta lettura conducono all’errore; poca lettura e molto ragionamento conducono alla verità.”

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1 Comment on "Coronavirus… dalla paura dell’uomo alla paura della natura"

  1. Eventi come questi, pregni di allarmismo o meno, mostrano che il re è nudo (la follia di un mondo avulso da Dio e pertanto dalla vera conoscenza dell’uomo). La Provvidenza sa come agire, affidiamoci all’Immacolata per preservare noi e i nostri cari, se sarà la volontà di Dio, e speriamo che molti aprano gli occhi su cosa davvero conta, dopo anni di bombardamenti mediatici e “gretinate” varie.

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