Divampano gli incendi… ma perché nessuno ha il coraggio di dire che è anche il caso d’invocare l’aiuto di Dio

Un amico del C3S della zona del vesuviano ci ha scritto. Riferendosi al terribile incendio che sta danneggiando le sue sue zone, ci chiedeva come mai il clero, in questi casi di calamità, non invita più il popolo a pregare, ad affidarsi a Dio, a chiedere a Lui aiuto e protezione. Una volta lo si faceva.

Noi gli abbiamo risposto che non c’è da stupirsi.

Siamo in piena eresia naturalista, che è appunto l’eliminazione del soprannaturale.

Oggi si tenta a bordeggiare, cioè a passare facilmente da un eccesso all’altro. O si pretende di vivere la Fede in una prospettiva unicamente intimista. Per cui non serve la testimonianza pubblica della Fede stessa, anzi è meglio evitarla per non offendere chi la pensa in maniera diversa. L’importante è essere cristiani quanto più anonimi e passivi possibile. Oppure vi è l’eccesso contrario: darsi ad un efficientismo sfrenato e nevrotico nella convinzione che i problemi li risolva solo l’uomo senza sapientemente affidarsi alla potenza di Dio.

Due errori che sono come due rami che prendono direzioni diverse, ma che fuoriescono dallo stesso tronco. E il “tronco” è il modernismo teologico (quello condannato dalla Pascendi di papa san Pio X).

Ma allora qual è la soluzione autenticamente cattolica?

 E’ nel mezzo: agire come se tutto dipendesse da noi, ben sapendo che tutto dipende da Dio… lo diceva sant’Ignazio di Loyola.

Dinanzi a queste calamità, l’uomo è chiamato ad agire per salvare il salvabile, ad evitare gli errori che possono facilitare o causare simili calamità, ma nello stesso tempo è chiamato anche ad invocare l’aiuto di Dio, Signore di tutto e quindi anche della forze della natura.

Diceva sant’Alfonso Maria de’ Liguori che, solo dopo la morte, l’uomo si accorgerà di quanto sia stato stolto a non aver approfittato di tutti i mezzi che il Signore gli aveva offerto in vita.

Noi stolti non vogliamo esserlo, e non ce ne importa di ciò che possa pensare il mondo, per cui -lo  ripetiamo a scanso di equivoci- pur dovendo fare il nostro, pur impegnandoci affinché l’uomo non si renda complice o anche causa di simili disastri, decidiamo di affidarci.

Ecco una preghiera che un tempo si faceva in queste circostanze.

INVOCAZIONI IN TEMPO DI CALAMITÀ

Misericordia del mio Dio, abbracciateci e liberateci da qualunque flagello. Gloria Patri…

Eterno Padre, segnateci con il sangue dell’Agnello Immacolato, come segnaste le case del vostro popolo. Gloria Patri…

Sangue Preziosissimo di Gesù nostro amore gridate al vostro divin Padre misericordia per noi e liberateci. Gloria Patri…

Piaghe del mio Gesù, bocche di amore e di misericordia, parlate propizio per noi al vostro Padre celeste, nascondeteci in voi e liberateci. Gloria Patri…

Eterno Padre, Gesù è nostro, e pur nostri sono il suo Sangue ed i suoi meriti infiniti: noi a Voi offriamo tutto, dunque, se amate il vostro Figlio e se vi è caro un tal dono, dovete liberarci, così come noi senza dubbio speriamo. Gloria Patri…

Eterno Padre, del peccatore Voi non volete la morte, ma che si converta e viva, fate dunque che per vostra misericordia noi viviamo e siamo vostri. Gloria Patri…

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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1 Comment on "Divampano gli incendi… ma perché nessuno ha il coraggio di dire che è anche il caso d’invocare l’aiuto di Dio"

  1. INDISPENSABILE L’AIUTO DI DIO!!!

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