E se per quello che sta accadendo tornassimo a parlare dei “peccati sociali”?

Il manifesto dell'associazione Onlus Provita del quale la sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiesto agli uffici competenti la rimozione, Roma, 16 ottobre 2018. ANSA/UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

di Corrado Gnerre

Siamo da più da due anni a parlare di pandemia. A questo si è aggiunta la minaccia di una nuova guerra mondiale.

Il cristiano non può limitarsi a constatare, deve cercare di capire, deve cercare di scorgere il perché Dio, che è il Signore della Storia sempre e comunque, stia permettendo tutto questo.

Tutto questo ci spinge a pensare (al di là di ogni altra ipotesi) che si tratti di una vera e propria “lezione” che la Provvidenza stia dando al nostro mondo. Una “lezione” che sta smontando un mondo che sembrava fortissimo, ma che adesso si palesa nella sua enorme precarietà. Prima un virus invisibile ha messo in crisi un mega-sistema, poi una guerra sta mettendo in discussione consolidati, ma fragilissimi, equilibri geopolitici.

Detto questo, bisogna capire perché dal punto di vista cattolico è perfettamente logico che Dio possa castigare le società.

La teologia della storia ha sempre affermato che mentre gli uomini ricevono dalla giustizia divina il loro premio o il loro castigo principalmente nell’eternità, possedendo un’anima immortale; le società, invece, devono ricevere i loro premi e i loro castighi nel tempo, non essendo, queste, destinate ad una dimensione ultraterrena.

Ma c’è anche un altro motivo che rende ragione a questo assunto, soprattutto per i nostri tempi.

I peccati individuali sono sempre esistiti e sempre esisteranno; e ovviamente ogni peccato mortale costituisce il problema più grave (ne basta uno solo per meritarsi l’inferno); ma per questi c’è appunto l’inferno. Per i peccati sociali no. I peccati sociali devono essere scontati nella Storia.

Quali sono i peccati sociali? Sono i peccati di cui si macchia una società, una collettività, uno Stato. Sono quei peccati che si esplicano con leggi contrarie alla legge naturale e cristiana. Si pensi all’aborto, alla negazione dell’esclusività del matrimonio tra uomo e donna, alla possibilità di “fabbricarsi” figli con l’utero in affitto …e la lista -ahinoi- sarebbe molto lunga.

Concludiamo con queste parole che Pio XII scrisse nell’enciclica Datis Nuperrime del 5 novembre del 1956: “Il Signore come giusto giudice, se punisce spesso i peccati dei privati soltanto dopo la morte, tuttavia colpisce talora i governanti e le nazioni stesse anche in questa vita, per le loro ingiustizie, come la storia ci insegna.”

Appunto: come la storia, anzi il presente, ci insegna.

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