Per l’Epifania, leggi questa novella ai tuoi figli

Il vecchio narratore 

di Dino Focenti

Ciò che muove la ricerca del Mistero è l’umile consapevolezza della propria piccolezza e il desiderio di stupirsi dinanzi al Vero. Come i bambini, che sanno di essere deboli, che invocano la tenerezza e –proprio per questo- si stupiscono dinanzi alla Bellezza.

L’uccisione di Dio inevitabilmente diventa anche l’uccisione dei bambini. Avere attenzione verso di essi è uno dei passi per far rientrare Dio nella storia.

Il vecchio era seduto nel cortile del Palazzo. Intorno aveva tanti bambini, non li poteva vedere perché ormai il vecchio era cieco, ma era contento di sentire le loro vocine e i loro schiamazzi. Soprattutto era contento, il vecchio, di sentire la vocina di Khalid, suo amato nipotino.

Ad un certo punto il vecchio sbatté le mani, come era solito fare per richiamare a raccolta tutti quei bimbi e raccontar loro una favola.

I bimbi capivano subito cosa significasse quel gesto e felici si radunavano intorno all’anziano uomo per ascoltare. Fecero così anche questa volta.

Il vecchio allora iniziò:

Cari bimbi, la storia che oggi vi racconterò non è inventata; né tantomeno è stata vissuta da chissà quale straniero o sconosciuto. La storia che oggi vi racconterò è una storia vera, tanto vera che ne sono stato testimone con i miei occhi, quegli occhi che adesso non vedono più nulla, ma che un tempo poterono vedere la Meraviglia di tutte le meraviglie.

Tanto, tanto tempo fa ero a servizio di un uomo molto potente e sapiente. Io non avevo ancora venti anni, ma già conoscevo tante cose, non perché avessi studiato o letto libri, ma solo perché ero a servizio di questo signore. Costui leggeva e leggeva e poi ne parlava con noi servitori…e si apprendeva.

Un giorno questo signore ci comunicò che aveva deciso di intraprendere un viaggio molto lungo, ma ci disse che, più che per la lunghezza, il viaggio sarebbe stato molto strano, tanto strano che avremmo dovuto seguire una stella. Ci comunicò solo questo e poi, senza costringerci, chiese a noi servitori di decidere liberamente se accompagnarlo. Ci fu qualcuno che rifiutò, ma la gran parte di noi non se la sentì di abbandonare un padrone così giusto.

Io specialmente, non solo non mi sarei mai sognato di rifiutarmi, ma fui preso da tale curiosità che non vedevo l’ora che passassero al più presto i giorni che mancavano alla partenza.

Quel giorno arrivò. Il viaggio fu lungo, molto lungo e anche pieno di imprevisti. A sera, poi, il mio padrone guardava sempre il cielo per vedere quale fosse la direzione che indicava la misteriosa stella. Anche tutti noi guardavamo con lui, ed effettivamente una grossa stella era sempre nella sommità del cielo.

Dopo qualche mese (non ricordo precisamente il numero dei giorni) giungemmo nella città di Betlemme in cerca di un bambino. Sì, cari bimbi, io ero al servizio di uno di qui potenti e sapienti signori che l’Onnipotente scelse per onorare solennemente il suo Figlio incarnato. Ma il mio padrone, a differenza di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, arrivò in ritardo. Arrivammo e fummo subito testimoni di una cosa orrenda. Entrammo in città e sentimmo urla strazianti di donne che piangevano per i loro piccoli figliuoli, corpicini dilaniati e sangue per le strade, dappertutto morte e sangue…tanto sangue innocente.

Erode aveva già agito, credendo in questo modo di poter far fuori il Re dei re…e invece, come voi già sapete, il Bambino Gesù era in salvo verso l’Egitto. Quella notte il mio padrone fece un sogno e disse di essere stato informato dove il Bambino si stesse dirigendo e gli fu indicata la strada. Ci svegliò immediatamente e ancora in mezzo alla notte ci indirizzammo anche noi verso la direzione indicata.

Dopo qualche giorno, in pieno deserto, scorgemmo un gruppo di persone. Erano la Mamma, il Papà e il Bambino e qualche ancella e servitore. Li raggiungemmo. Ma la Mamma fu come ci attendesse da tempo, perché, prima che ancora arrivassimo a farci vedere, si girò improvvisamente, fece cenno al gruppo di fermarsi e a passo svelto si diresse verso di noi.

“Non avete fatto in tempo ad arrivare –disse dolcemente a tutti quanti noi- ma Dio ha voluto premiarvi ugualmente. Adesso vedrete il Divino Bambino. Ma prima ho da dirvi una cosa: quello che è successo a Betlemme voi l’avete visto, gli altri Magi no. Non lo dimenticate mai, anzi parlatene e insegnate che ogniqualvolta si vuole uccidere Dio si uccide la vita dei bimbi.”

Poi la Mamma di Gesù si avvicinò a me, mi fissò profondamente e mi disse: “E tu ama i bambini, radunali accanto a te, impegna la tua vita a raccontare. I bambini vogliono ascoltare e quando arriverà un tempo in cui nessuno saprà più “perdere tempo” a raccontare storie ai bambini, la tua vita dovrà essere segno di contraddizione. Sì, verrà un tempo in cui si crederà che per far contenti i bambini basterà regalare loro qualcosa. No, un bel racconto vale molto di più. Riempie i loro occhi e i loro cuori, perché segno che li si vuol guidare e amare. Tu, diventerai cieco, ma mai ti stancherai di raccontare, immaginare e insegnare la Verità…e in più…. ”

“…e in più?” Chiesi con ansia.

“…e in più –proseguì la Mamma di Gesù- Dio ha deciso che tu arriverai in Paradiso solo alla fine dei tempi e che non morirai mai. Ogni qual volta ci si impegnerà a raccontare ai bambini storie che conducono alla Verità, sarà per te. Ciò non può morire…così anche tu non potrai morire.”

Il vecchio smise di raccontare, una lacrima di commozione scese sul suo viso. E da allora quel vecchio è sempre lì ed è sempre qui, pronto a raccogliere, coltivare e condurre a Gesù lo stupore di cui è pieno ogni bambino.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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