Rubrica a cura di Corrado Gnerre
La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti. Ed è la realtà che ci rimanda alla bellezza della Verità Cattolica … perché tutto è cattolico, perché tutto è di Dio!’
Un bicchiere di latte sta sul tavolo. E’ mattino. Il sole sta sorgendo. Un’altra giornata come tante, come troppe. Il lavoro con le sue preoccupazioni. La famiglia e poi… se stessi.
Ma davvero le preoccupazioni sono quelle che ci procurano gli altri o gli impegni che dovremmo adempiere?
O forse la vera -grande- preoccupazione è proprio il mistero di noi stessi.
D’altronde è così: se è il lavoro a preoccuparci, o i nostri cari, alla fine è sempre tutto in rapporto a noi. Infatti, ciò che angustia è come noi sapremmo reagire, sforzarci, rapportarci con ciò che accade, accadrà o starà per accadere.
Quel latte attende di essere gustato. E’ di un candore straordinario. La sua dolcezza, il suo tepore, la sua energia vogliono offrirci un aiuto, un dolce sostegno a resistere e a confermare, come sempre e come è giusto, ciò che il Bene c’indica.
Il latte è il chiarore della luce.
Il latte è la dolcezza della speranza.
Il latte è la morbidezza della tenerezza a cui aneliamo e che vogliamo accompagni la nostra giornata per ammortizzare qualsiasi durezza degli accadimenti.
Il latte è il frutto della tenerezza di una madre: paradigma di quell’’Amore che dall’eternità è nell’essere.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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