Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.132)

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini 


Domanda: Chi è fuori della Chiesa si salva?
Risposta: Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto, non si salva;
ma chi ci si trovi senza propria colpa, e viva bene, può salvarsi con l’amore di carità, che unisce a Dio e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di lei.


Gesù ha posto chiaramente la fede in Lui come necessaria per la salvezza (Mc 16, 16; anche Gv 11, 25-26) e ha dato alla Chiesa da Lui fondata l’autorità e l’autorevolezza per diffonderla (Mt 28, 19-20; Lc 10, 16).

È Lui stesso quindi che rende necessaria l’appartenenza alla Chiesa per potersi salvare.

È, d’altronde, un’equazione perfetta: se si deve credere in Cristo per salvarsi e se Lui ha dato alla Chiesa questa missione, ci si salva solo dentro la Chiesa Cattolica.

Per salvarsi, si deve essere in stato di grazia e solo la Chiesa fondata da Cristo ha i mezzi (sacramenti) necessari, quindi essere fuori della Chiesa significa non avere accesso a questi mezzi.

L’antica espressione “extra Ecclesiam nulla salus” è proprio la conseguenza di una prerogativa della Chiesa: la necessità di appartenervi per potersi salvare.

È a tutti gli effetti dogma, dato che si deduce chiaramente dalle Parole di Cristo ed è stato sempre insegnato nel bimillenario Magistero della Chiesa.

Si parte da San Pietro (Atti 4, 12), si passa da S. lreneo (Adv. Haer. III, 24) e S. Cipriano (De Catholicae Ecclesiae unitate, 6, con la celebre frase “Non può aver Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre”). Si continua con Bonifacio VIII (Bolla Unam Sanctam) e Innocenzo III (professione di fede contro i Valdesi), col Concilio fiorentino fino ad arrivare ai nostri tempi con la chiara definizione di Pio IX che nell’allocuzione Singulari quadam (1854) così scrive: “si deve aver per fede che nessuno può salvarsi fuori della Chiesa Apostolica-Romana che questa è l’unica arca di salvezza e chi non sarà entrato in essa perirà nel diluvio; ma tuttavia sì deve parimenti tener per certo che coloro che si trovano nella ignoranza della vera religione, se questa ignoranza è invincibile, costoro non hanno nessuna colpa dinanzi agli occhi del Signore”.

In questa frase Pio IX spiega anche che la Giustizia infinita di Dio non esclude però nessuno. È aperta infatti la porta della salvezza a chi senza propria colpa non conosce la Chiesa, a cui quindi appartiene in modo imperfetto, vivendo in modo giusto e nel rispetto della legge naturale.

Non sarebbe comprensibile, infatti, come Dio Giustizia infinita, potesse permettere una condanna alla dannazione eterna per chi non ne è responsabile. “Coloro che per ignoranza invincibile non conoscono la vera Chiesa di Cristo, pur essendo disposti a seguire in tutto la divina volontà, non possono venire condannati” (L. Ott, Compendio di teologia dogmatica). Sempre Ott chiarisce che, quindi, “in particolari circostanze, e precisamente nel caso di ignoranza invincibile o di impossibilità, l’effettiva appartenenza alla Chiesa può venire sostituita dal desiderio di essa, il quale non occorre sia esplicito, potendo anche essere implicito nella disposizione morale di compiere fedelmente la volontà di Dio (votum implicitum). In questo modo possono raggiungere la salvezza anche coloro che sono di fatto fuori della Chiesa”.

Quanto appena specificato rende dunque perfettissima oltre che giusta la decisione di Dio per ogni singola anima, non lasciando fuori dal Paradiso nessuno che in potenza potrebbe vivere la vita eterna nella visione beatifica.

Questo però non vale, come detto, per chi, per propria colpa, quindi conoscendo Cristo, la Sua dottrina e la Sua Chiesa, si stacca da quest’ultima col peccato e in esso rimane senza pentirsi fino al proprio giudizio particolare.

La ragione teologica alla base della necessità di essere nella Chiesa è che la Chiesa Cattolica è l’unica investita da Cristo di far conoscere la Sua Legge e che, senza di essa, non si può conoscere quel che serve per essere in stato di grazia.

Preghiamo ogni giorno affnché la Regina dello Splendore, l’Immacolata, ci aiuti a rimanere in stato di grazia, a non staccarci dalla Chiesa di Cristo e ringraziamo Nostro Signore del dono della Chiesa e dei sacramenti, mezzi di grazia che ci aiutano nel nostro percorso terreno verso la vita eterna.

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