Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.60)

(a cura di Pierfrancesco Nardini)

n. 60

Chi è l’uomo? L’uomo è un essere intelligente, composto di anima e di corpo

Il termine “intelligenza” deriva dal latino “intelligentia” che a sua volta deriva da “intelligere”, “intendere”. L’intelligenza è dunque intendere le cose nel modo corretto, «con facilità e prontezza» (vocabolario Treccani online), è la capacità «di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare» e che rende l’uomo «capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa» (vocabolario cit.).

L’intelligenza, così descritta, è tipica dell’uomo, che, infatti, riesce a cambiare il proprio agire in base alle sollecitazioni esterne e alle varie realtà che si trova ad affrontare, non facendo sempre la stessa cosa, ma adattando le sue reazioni e migliorando i propri comportamenti.

Padre Dragone fa l’esempio del ragno, che tende una tela perfetta, ma lo fa sempre nello stesso modo. Se avesse l’intelligenza come intesa, non continuerebbe a farla dove puntualmente viene disfatta. Questo perché gli animali si muovono per istinto e non per intelligenza. Certo, poi si dice che determinati animali (“sei intelligente come una volpe”, “quel cane o quel gatto è davvero intelligente”) avrebbero intelligenza, ma è un’estensione relativa del significato.

L’uomo invece «pensa, riflette, è cosciente di sé e sa quello che fa e deve fare, trae esperienza dal passato» (Dragone). Se così non fosse, non si sarebbe ad esempio mai passati dalle capanne agli imponenti grattacieli e in genere non si avrebbero avuti i noti progressi in tutti i campi della vita.

L’uomo è composto di una parte materiale, il corpo, e di una spirituale, l’anima.

L’esistenza del corpo non ha necessità di essere dimostrata, basta guardarsi, toccarsi, basta rendersi conto delle sensazioni che questo ci dà (caldo, freddo, dolore, fame).

La verità dell’anima è di evidenza razionale (san Tommaso ce ne offre un’ottima dimostrazione), ed è rivelata dalla Sacra Scrittura, in Genesi. Soprattutto nel versetto 2, 7, si legge che Dio creò l’uomo con polvere del suolo e con un soffio nelle narici gli diede “un alito di vita”. Anche la Chiesa sin dall’inizio dà questo insegnamento. Questa, infatti, insegna in vari Concili l’esistenza, la grandezza e l’immortalità dell’anima (v. Later. IV, Viennese, Later. V, Vaticano I); nello stesso tempo insegna però anche l’assoluta dignità del corpo, nella liturgia sacramentale, nella legislazione del Matrimonio, nel rito funebre, soprattutto, nel dogma della risurrezione dei corpi.

L’anima è oggettivamente superiore al corpo. È spirituale e immortale, questo però non mette in contrasto le due composizioni dell’uomo, ma li rende invece complementari, importanti l’una per l’altro.

«L’anima superiore al corpo per la sua intelligenza e la sua libera volontà (immagine di Dio), non è però in contrasto con esso, ma ne è la forma sostanziale (Concilio di Vienne), sicché anima e corpo costituiscono un solo essere o individuo o persona» (DIZ.).

Il corpo senza l’anima non avrebbe la vita infusa in sé («soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente», Gen 2, 7) e non potrebbe in alcun modo fare nulla, ma anche l’anima senza il corpo non avrebbe il “mezzo” per agire.

L’uomo, completo di anima e corpo, è sempre stato oggetto di grande importanza per la Chiesa. Dal libro del Genesi si comprende, infatti, che è la creatura prediletta da Dio ed è il “signore” della Creazione, nel senso che tutte le cose son create per lui (Gen 1, 26-30).

Nel corso del tempo ci sono state filosofie e teorie che hanno visto l’uomo o solo come materia o solo puro spirito o, anche, un essere con anima e corpo in lotta tra loro. In questo modo ne hanno minimizzato la dignità o ne hanno fatto un dio. C’è stato chi ne ha negato l’intelligenza, poi la libertà.

La Chiesa ha combattuto queste visioni dell’uomo e ha insegnato una dottrina in armonia con la Parola di Dio, oltre che del tutto convincente.

La personalità dell’uomo è dunque sacra per la Chiesa. Per essa «non esistono caste, ma persone, uscite dalle mani del Creatore e destinate allo stesso fine supremo, il possesso di Dio, ogni uomo è stato redento dallo stesso Sangue divino di Gesù Cristo» (DIZ.).

Si è , però, anche insegnato che l’uomo, per quanto creatura prediletta da Dio, con grandi capacità e proprietà, è comunque solo creatura, è limitata e finita e deve quindi avere rispetto di questa differenza ontologica con il Creatore. È creatura che è caduta a causa del peccato originale e come tale ha perso tutti i doni preternaturali che aveva avuto nel paradiso terrestre.

Chiudiamo con un’importante riflessione del Dragone: «il corpo è lo strumento che deve servire l’anima. Chi si lascia dominare dalle passioni cattive si rende schiavo del corpo e sottopone il suo spirito al servizio della materia». Con tutte le conseguenze disastrose che questo comporta.

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