Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.68)

a cura di Pierfrancesco Nardini


L’uomo qual destino ebbe da Dio? L’uomo ebbe da Dio l’altissimo destino di vedere e godere eternamente Lui, Bene infinito, e perché questo è del tutto superiore alla capacità della natura umana, egli ebbe insieme, per raggiungerlo, una potenza soprannaturale che si chiama grazia.


Questo numero del Catechismo si ricollega strettamente al n. 13 che insegna: “Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra, in paradiso”.

L’amore di Dio per l’uomo è dimostrato in modo chiarissimo da quel che gli ha riservato: la Sua visione eterna, da cui “nascono il possesso e il gaudio senza fine” (Dragone).

Cosa può esserci di più alto e importante che permettere la Sua visione, Bene supremo, infinito, perfetto? Nessun padre può dare al figlio qualcosa che minimamente si avvicini a questo.

Il peccato originale ha cambiato le modalità: prima l’uomo, a partire dai progenitori, sarebbe andato in Cielo con tutto il corpo; dopo, subentrata la morte del corpo a causa di esso, grazie alla Redenzione operata da Cristo, l’uomo godrà il Cielo solo con l’anima fino al Giudizio universale.

Per poter vedere e godere della visione beatifica di Dio, però, l’uomo ha bisogno di un aiuto. Da solo non può infatti riuscire a vederLo nella sua pienezza. Il Dragone ci spiega che può conoscerLo tramite la natura, la Creazione, ma mai, da solo, “come è in se stesso, e vederLo quale è nello splendore della Sua gloria e nel mistero trinitario”. Questo limite sarebbe esistito anche se non ci fosse stato il peccato originale. È il limite naturale dell’uomo, creatura finita, rispetto a Dio, Creatore infinito.

L’uomo, insomma, avrebbe, con le sue sole forze, una conoscenza ed un gaudio puramente naturali e, senza la visione di Dio nella sua gloria non riuscirebbe a “conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra, in paradiso” (n. 13) appieno, nel suo gaudio soprannaturale. Mancherebbe qualcosa.

Per questo Dio gli ha donato la grazia, per permettergli di poter godere del fine soprannaturale.

La Grazia è “un dono soprannaturale concesso gratuitamente da Dio alle creature ragionevoli in ordine alla salvezza eterna” (L. Ott, Compendio di teologia dogmatica). Ed ha come fine primario il glorificare Dio (il fine secondario è la salvezza degli uomini).

La Grazia, infatti, “rende la mente capace di conoscere Dio in modo superiore alla capacità del lume della ragione, mediante il lume della fede sulla Terra e il lume della gloria in cielo” (Dragone).

Viviamo quindi ogni giorno nel ringraziamento a Dio del dono della Grazia che ci permette di conoscerLo e amarLo.


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1 Comment on "Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.68)"

  1. tutto è grazia, noi uomini siamo limitati, fino alla fine.
    Grazie e buona giornata nella grazia del Signore.
    Ave Maria.

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