Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.90-prima parte)

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: Dopo la morte che fu di Gesù Cristo?

Risposta: Dopo la morte, Gesù Cristo discese con l’anima al Limbo, dalle anime dei giusti morti fino allora, per condurle seco in Paradiso; poi risuscitò, ripigliando il suo corpo che era stato sepolto.


Data la complessità dei due argomenti trattati, discesa agli Inferi e Risurrezione, si dividerà questo commento in due parti.

È di fede la discesa di Cristo negli inferi: lo anticipa lo stesso Gesù, quando dice “come Giona fu per tre giorni e tre notti nel ventre del mostro marino, così il Figlio dell’uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Matteo 12, 40).

L’espressione “cuore della terra” designa non il sepolcro, ma gli inferi, che venivano localizzati nell’intimo della terra, quasi nel suo cuore, in coerenza con il passo parallelo di Giovanni 2, 3 (“grembo degli inferi”)” (L. Ott, Compendio di teologia dogmatica).

Sempre nella Sacra Scrittura, a conferma della discesa agli inferi, troviamo anche le parole di San Pietro (Atti 2, 24), in cui la rottura dei “legami della morte” è un’immagine della liberazione dei morti dagli inferi” (Ott., op. cit.); (1Pietro 3, 19) e di San Paolo (Romani 10, 6-7; 1Corinti 15, 20; Efesini 4, 10: “Colui che discese è lo stesso che anche ascese”).

Anche tutta la Tradizione lo testimonia, sin dai primissimi tempi: ad esempio sant’Ignazio di Antiochia (“quando venne risuscitò da morte i profeti, che, suoi discepoli in spirito, lo attesero come maestro”, Magn. 9, 2) o sant’Ireneo di Lione (“si ricordò il Signore, il Santo (Dio) d’Israele, dei suoi morti che dormivano nella terra del sepolcro e discese giù da loro per annunciare loro la salvezza”, Adv. Haer., IV, 33, 1. 12 e V, 31, I).

La discesa agli inferi è insegnata anche da sant’Agostino (Ep. 146, 2, 3) e da San Tommaso d’Aquino ( Summa Theologiae, III, q. 52).
Il fedele, quando recita il Credo apostolico, professa che Gesù “discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte”.
Il IV Concilio Lateranense (1215) insegna: “descendit ad inferos … sed descendit in anima”.

Il Limbo di cui parla san Pio X non è quello che conosciamo ai nostri giorni (dove va chi muore solo col peccato originale), ma il cosiddetto limbus Patrum, anche a volte chiamato preinferno: gli inferi. Veniva chiamato anche Sheol.

Si usa a volte la parola Limbo probabilmente per significare una diversità di condizione con i dannati dell’Inferno: negli inferi, infatti, non si subiva la pena del senso, come i dannati, ma solo quella, temporanea, della privazione della visione beatifica, era una “dilazione della gloria sperata” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, III, q. 52).

Gli inferi di cui si parla non sono dunque l’Inferno dei dannati. Si parla di un luogo dove si trovavano tutti gli uomini giusti morti prima dell’Incarnazione e della Redenzione: i giusti erano quindi gli uomini morti, in pratica, in stato di grazia, ossia che avevano vissuto la vita nel rispetto della Legge naturale e in attesa del Messia (“suoi discepoli in spirito, lo attesero come maestro”, li aveva descritti sant’Ignazio di Antiochia nella citata frase).

Questo è l’effetto della perfettissima Giustizia di Dio, che rende in questo modo giusta la sorte eterna di ogni uomo, anche vissuto prima della Sua venuta sulla terra.

Ott spiega che “la dottrina della discesa agli inferi non si riallaccia, come pretende il razionalismo, a miti pagani, ma alla rivelazione vetero-testamentaria circa lo stato intermedio tra la morte e la resurrezione, secondo cui le anime dipartite soggiornavano nello Sceol, il regno dei morti” (op. cit.).

N.S. Gesù Cristo, quindi, non andò né all’Inferno dei dannati (per liberarli o per distruggere l’Inferno, come precisato dalla Chiesa nel corso dei tempi), né al Purgatorio.

Il Dragone poi scrive che “l’anima di Gesù, unita personalmente al Verbo, restò nel Limbo fino al giorno della resurrezione, quando ritornò al sepolcro in cui era racchiuso il divino cadavere, si riunì al corpo, lo richiamò alla vita e lo fece risorgere”.

Prendiamo spunto da questo episodio per tenere sempre a mente la perfetta Giustizia di Dio e preghiamo per avere la forza di rimanere in stato di grazia e così raggiungere in Cielo gli antichi Padri che N.S. liberò e portò con Sè in Paradiso.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza 

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