Il fallimento dello Stato: Libertà ideologica, sì… libertà concrete, no!

Non bastava la mafia siciliana, calabrese, campana, pugliese … adesso ci voleva anche quella nigeriana. Un buon import-export non c’è che dire.

Ludovica Bulian su ilgiornale.it lo dice chiaramente. Ecco alcuni passaggi significativi del suo articolo:

«Lo sapete che abbiamo una comunità criminale nigeriana in Italia che fa paura?». È stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti a lanciare l’allarme in una recente audizione alla Camera di fronte al comitato Schengen.

Perché se le conseguenze visibili dell’immigrazione fuori controllo sono i reati commessi da irregolari spesso destinatari di ordini di espulsione mai eseguiti, a preoccupare le autorità è soprattutto la crescente «pericolosità» delle associazioni a delinquere che si nutrono delle masse di migranti dall’Africa. E anche la«connotazione mafiosa» dei sodalizi nigeriani che appaiono «ancora più strutturati delle mafie italiane».

L’ultimo rapporto della Direzione investigativa antimafia certifica come i tentacoli del crimine «nero» siano in grado di intrecciarsi e gonfiarsi con il fenomeno migratorio, di insediarsi nelle pieghe della solidarietà italiana e di utilizzarla agli interessi del loro business.

La Dia rileva come anche gli stessi centri di accoglienza che accolgono i richiedenti asilo diventino lo snodo logistico per gli affari illeciti (…).

Il sistema è così collaudato che i clan sono «in grado di pianificare l’allontanamento dei migranti dai centri di accoglienza e il loro smistamento verso il centro-nord del Paese». Operazioni delle forze dell’ordine come «Black Axe» – che ha scoperchiato una cupola nigeriana dedita all’immigrazione clandestina alla prostituzione e al traffico di stupefacenti – hanno portato, nel secondo semestre del 2016, a intercettare 193 stranieri provenienti dal nord Africa e 58 dalla Nigeria coinvolti in reati di associazionismo tra cui quello mafioso. Ma le armi di chi indaga sono spuntate.

(…).

Sotto la lente degli investigatori, nel cono d’ombra in cui opera la criminalità sulle rotte del Mediterraneo, ci sono anche carichi di droga e possibili legami col terrorismo islamico nella gestione dei flussi di esseri umani. 

(…)

E allora che dire? Come giudicare tutto questo? Sono piccoli-grandi segni di una perdita di autorità dello Stato. Ormai sempre più territori non sono più controllati e governati, sono terre della criminalità! La dissoluzione è pervasiva. In nome di una sciocca Libertà (con la l’A maiuscola), si sono perse le vere libertà. La vere libertà di vivere serenamente in un territorio, di uscire liberamente ad una certa ora della sera e in certi quartieri.

Siamo alla follia della politica. La follia non è si manifesta con la perdita dell’intelligenza (tutt’altro), ma con la perdita della logica, dell’aggancio al reale. Si manifesta con l’incapacità di leggere adeguatamente ciò che capita e i pericoli a cui si va incontro.

Ecco, la politica di oggi (e non piangiamoci addosso, perché non è solo -anzi- un problema italiano) pensa ai cavilli, ma non alla sostanza. Pensa alla Libertà, ma non alle libertà concrete, vere, quotidiane.

E’ la follia dell’ideologia!

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