Il super-faraonico ingaggio di Ronaldo… che dire?

Non abbiamo nulla contro il gioco del calcio. Anzi! A molti di noi piace …e in questo non c’è nulla di male. Che poi sia un gioco che possa rimandare anche a significati più alti è la tesi di un testo che consigliamo (clicca qui).

Né ce l’abbiamo con chi tiene a qualche squadra in particolare. No, nulla di tutto questo. Ma qualcosa dobbiamo pur dire sul faraonico (anzi: super-faraonico!) ingaggio da parte della Juventus di colui che è soprannominato CR7.

Prima di tutto diciamo che ci sono due retoriche possibili. La prima è quella di ripetere per il gusto di ripetere. E’ quella che fa dire -oggi- ciò che l’oggi vuol far dire e -domani- ciò che il domani vuol far dire. E’ la retorica delle mode, dei luoghi comuni. E’ la retorica che, nel piccolo, possiamo definire dell’ “ascensore”. Condividere con qualcuno che si conosce il breve tempo dell’ascensore, vuol dire al 99,9 % dover parlare del clima… e se si sta per dire: …oggi fa caldo, ma l’altro anticipa e dice: …oggi fa freschetto, si tende ad annuire piuttosto che a contraddire. D’altronde se lo si facesse, si rischierebbe di rimanere lì a discutere quando ormai l’ascensore è bello che arrivato a destinazione.

C’è però un’altra retorica, che è quella del buon senso. E il buon senso va sempre e comunque confermato. Situazione dopo situazione e occasione dopo occasione. Non può che essere così. Anzi, se ci si arrendesse, vorrebbe significare che ormai ci si sta adattando ad una mentalità distorta che finirebbe con il condurre da una parte tutt’altra che giusta.

Detto questo, non ci spaventa la retorica del dire che nel calcio si sta esagerando. Certo, possono essere dette tante cose. Che certi ingaggi tutto sommato sono ad investimento. Che ciò che si spende, poi rientra… e via di questo passo. Non ci permettiamo di entrare in questo discorso. Resta però la dimensione simbolica che è tutt’altro che trascurabile. Spendere tanti soldi per ingaggiare un calciatore, non è certo un buon messaggio che si dà all’opinione pubblica, la quale per una fetta non trascurabile di essa vi è l’affannosa fatica di dover arrivare a fine mese. A questo proposito c’è un nuovo detto napoletano che dice così: …a me non fa chiù paura a fine du’ munno… ma a fine du’ mese! Traduzione: …a me non fa più paura la fine del mondo… ma la fine del mese!

Il calcio è bello (anzi bellissimo!) perché è lo sport che più chiaramente è metafora della vita (per approfondire rimandiamo al solito libro). Ma, proprio perché è metafora della vita, non può alienarsi dalla vita.

Il famoso José Mourinho (attualmente allenatore del Manchester United) ha detto che …chi parla solo di calcio, non capisce nulla di calcio. Siamo d’accordo. E’ una frase vera, ma lo è perché il calcio non può non guardare alla vita. Se smettesse di farlo, correrebbe seri rischi.

E’ per questo che non ci sentiamo di dare torto agli operai della Fiat di Melfi che in questi giorni hanno protestato. Loro a rischiare il posto in catena di montaggio … e Ronaldo a navigar nell’oro per un posto in aria di rigore!

Dio è verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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