Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo.
Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
La più grande felicità è conoscere le cause dell’infelicità.
(Fedor Dostoevskij – Diario di uno scrittore)
Può sembrare una frase paradossale quella che abbiamo scelto per questa Bisaccia. Un piacevole gioco di parole, e basta. E’ invece una frase profondamente vera.
Sono parole che aprono all’unica risposta possibile quando ci si chiede: Cos’è la felicità?
Ebbene, l’unica risposta è questa: La felicità non è alternativa alla sofferenza, ma alla disperazione.
Questo è l’unico, possibile, destino che è dato all’uomo.
Dopo il peccato originale, la sofferenza e il dolore sono ineliminabili, ma ciò non significa che possano essere dei macigni insopportabili; né tanto meno delle angustie senza significato.
La risposta c’è ed è la Croce di Cristo. Unica e persuasiva risposta.
Ecco perché il grande Dostoevskij dice che la più grande (cioè: l’unica vera) felicità è quella di capire perché si soffre (conoscere le cause dell’infelicità).
I Santi arrivano finanche a desiderare la felicità. Non per la felicità in sé, ma per cosa questa possa significare.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Dio avrà sicuramente già ricompensato Dostoevskij e anche
VOI..