BORRACCIA – 29 febbraio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Per mezzo di Gesù Cristo fissiamo lo sguardo sulle altezze dei cieli, (…), per mezzo suo si sono aperti gli occhi del cuore, per mezzo suo la nostra mente ottusa e ottenebrata rifiorisce alla luce…”
(San Clemente – Lettera ai Corinzi)

I SORSI

1

Cari pellegrini, partiamo da una riflessione che possiamo definire “strutturale” dell’esperienza del pellegrinaggio. Si cammina, ma il camminare come procede? Ogni tanto lo sguardo deve indirizzarsi verso il basso affinché i piedi non vadano a poggiare dove non devono poggiare. Ma se guardassimo sempre in basso, non vedremmo il tragitto, non ci orienteremmo, non capiremmo nemmeno il senso del nostro procedere e quindi dell’alternanza dei passi. Nel camminare si guarda più verso l’orizzonte che non verso il basso.

2

Vi offriamo come acqua di questa borraccia delle parole di San Clemente Papa (35-100) che ci dicono quanto dobbiamo a Gesù Cristo, pietra angolare di tutto, unica Via, unica Verità, unica Vita.

3

Ci sono tre concetti su cui dobbiamo soffermarci. Il primo: grazie a Gesù possiamo fissare “lo sguardo delle altezze dei cieli.” Il secondo: grazie a Gesù si aprono “gli occhi del cuore“. Il terzo: grazie a Gesù la mente “ottenebrata rifiorisce alla luce.

4

San Clemente fa una sintesi precisissima della Bellezza della Verità di Gesù, e quindi della Verità Cattolica. Egli dice che Gesù apre verso l’alto (fissare lo sguardo delle altezze dei cieli), ma proprio perché ci rivela Dio (il Padre), ci apre ai fratelli (si aprono gli occhi del cuore).

5

Queste due prospettive, verticale (verso Dio) e orizzontale (verso i fratelli), riempiono di luce la nostra vita e la nostra mente, cioè fanno sperimentare tutta la bellezza del vivere con Cristo e del vivere di Cristo (la Grazia).

6

La luce è simbolo di bellezza, essendo sintesi della conoscenza (la luce fa vedere) e dell’amore (la luce trasmette calore).

7

Platone afferma: Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. Ma la vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. Ed è questa la tragedia di oggi: l’uomo ha paura della luce. Quando si decide di non scegliere la bellezza della Verità di cui sopra, non si sceglie la luce. E non la si sceglie, perché se ne ha paura, nel senso che non si vuole cambiare la propria vita in conformità a questa evidenza. L’evidenza di adorare e di servire.

8

Cari pellegrini, torniamo all’immagine da cui siamo partiti: guardare verso l’orizzonte per capire il procedere dei nostri passi. Se guardassimo solo i passi, non capiremmo nulla. Occorre guardare più in là per capire cosa stiamo facendo qua. I nostri occhi devono saper andare oltre la terra che, nel procedere, è calpestata dai nostri piedi.

10

E così è anche per la vita spirituale: con Gesù dobbiamo fissare le “altezze dei cieli” e non la bassezza della terra, solo così il nostro cammino si riempirà di “luce”, cioè di senso.

Al Signore Gesù

Signore, fa che in ogni momento la convinzione che con Te mi apro al Cielo, che con Te si allarga il mio cuore e che con Te mi riempio di luce, possa costituire la forza del mio agire.

Alla Regina dello Splendore

Madre, grazie che mi hai donato Gesù.

Insegnami ad amarlo sempre di più.

Parlami di Lui, della Sua grandezza e della Sua bellezza.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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