BORRACCIA – 20 novembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA
È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.
(San Francesco di Sales – Filotea)

I SORSI

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Cari pellegrini, le pietre preziose sono splendenti e c’è qualcosa in loro che le rende misteriose. Non solo in alcune la luce sembra quasi essere dentro, ma esse hanno una caratteristica che colpisce: in pochissimo spazio si manifesta una bellezza che riempie talmente lo sguardo da chiedersi: “…è mai possibile che un oggetto così piccolo possa attirare tanto?”.

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Un tempo gli uomini (quando la sapienza fondava il pensare comune) erano abituati a “leggere” la natura come un grande libro donato da Dio per poter capire tante cose. Si trattava di comprendere quanto gli elementi naturali abbiano una valenza simbolica.

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Oggi, invece, ci sono due atteggiamenti entrambi sbagliati: o si trascura totalmente la natura oppure la si divinizza con sciocchi panteismi ecologisti.

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Ebbene, un tempo gli uomini leggevano la natura e leggevano anche le pietre preziose come condensato di bellezza. Venivano ritenute simbolo di una caratteristica dell’uomo che, pur nella sua piccolezza, pur nel suo nascondimento (quante pietre preziose rimangono nascoste senza che nessuno le scopra), può e deve esprimere la bellezza dell’esercizio della virtù.

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L’acqua di questa borraccia è costituita da alcune parole di San Francesco di Sales, tratte dalla sua opera più celebre, Filotea, che ovviamente consigliamo a tutti di leggere e meditare.

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San Francesco di Sales ci dice che in ogni stato di vita deve esserci la devozione.

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Il Santo di Sales cosa intendeva per devozione? E’ presto detto: il primato di Dio, e quindi il privato e pubblico riconoscimento che gli si deve e l’altrettanto privata e pubblica adorazione che gli si deve.

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Egli dice chiaramente che eliminare la devozione da ogni stato di vita (quindi non solo da quella del presbitero, del consacrato, del religioso, ma anche da quelle dei laici) non è semplicemente un errore, è anche un’eresia.

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E’ ovvio che qui san Francesco di Sales, nella sua sapienza, facilmente notava cosa stesse già accadendo ai suoi tempi: avanzava sempre più la “laicizzazione” della società e con essa la dimenticanza del primato di Dio.

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Facciamo una breve riflessione sul perché è giusto e indispensabile che in ogni condizione di vita ci sia la devozione.

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Per quanto riguarda la giustizia, la risposta è scontata. La virtù di religione impone logicamente che a Dio venga riconosciuto il primato. Se Dio è Dio (ed è Dio) allora Dio è la fonte di ogni bene, Dio è l’Essere nella sua pienezza, Dio è la causa sussistente di tutto; per cui da Dio dipende ogni cosa. Dunque, Dio deve venire prima di tutto.

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Per quanto riguarda la necessità? In un altro passaggio di Filotea, sempre parlando della devozione, san Francesco di Sales dice: “Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione.” Bellissima immagine.

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La devozione non cambia la vocazione, la fa splendere; così come il miele non muta le pietre preziose, bensì le rende più belle. Ed ecco perché siamo partiti con l’immagine delle pietre preziose.

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Qui -cari pellegrini- ritorna un concetto a cui Il Cammino dei Tre Sentieri tiene molto (anzi: è nato proprio per questo): far capire che la Vita di Grazia (Secondo Sentiero) non solo è Vera (Primo Sentiero), ma è anche Bella (Terzo Sentiero). “Bella”, cioè splende!

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Riconoscendo il primato di Dio non solo nulla viene a perdersi, bensì tutto aumenta di spessore, perché la consistenza dell’esistere può finalmente lievitare grazie a quell’unico Significato su cui poter fondare i propri affanni, le proprie sofferenze e i propri sacrifici.

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Infatti, solo Dio può rispondere agli affanni, alle sofferenze, ai sacrifici.

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Solo Dio è risposta autentica e soddisfacente alla vita.

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Solo Dio ha reso belle le pietre preziose e le può rendere ancora più belle dando luce e sapienza al nostro sguardo.

Al Signore Gesù

Signore, ti chiedo la grazia di poterti sempre riconoscere come il tesoro più prezioso della mia vita.

Tu sei il Primo e con Te voglio adornare il mio esistere.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la Regina dello Splendore, Tu sei la “pietra più preziosa” del Paradiso, perché tu sei colei che ha generato la Bellezza di tutte le bellezze.

Ti chiedo di stare al mio fianco, per camminare insieme verso la pienezza della Bellezza.

Insegnami, passo dopo passo, a riconoscere e ad assaporare la Bellezza di tutte le bellezze che è il tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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