Rubrica a cura di Corrado Gnerre

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Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.

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L’ACQUA

L’anima che vuole salire sul monte della perfezione deve rinunciare a tutte le cose.
(San Giovanni della Croce – Salita sul Monte Carmelo)

I SORSI

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Cari pellegrini, i ciclisti si distinguono per varie caratteristiche. C’è il passista che si chiama così perché riesce a tenere un “passo” costante, macinando chilometri e chilometri a velocità sostenuta. C’è lo sprinter che è molto bravo nel breve e ha la meglio nello sprint finale quando si arriva in gruppo …e c’è lo scalatore che va bene in salita.

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Una delle caratteristiche fisiche dello scalatore, che lo differenzia dal passista e dallo sprinter, è la leggerezza nel fisico. La sua deve essere una sintesi di forza muscolare e leggerezza, perché -ovviamente- più si è liberi dal peso, più è facile scalare.

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Ecco il punto: più si è liberi dal peso, più è facile scalare. Ed è ciò che dice san Giovanni della Croce con l’ acqua di questa borraccia.

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La vita è un cammino (Il Cammino dei Tre Sentieri è nato per ricordare questa verità), ma un cammino che deve essere di elevazione e di perfezionamento. E’ dunque un cammino spesso in salita e, per compiere questo tragitto, occorre essere “leggeri”, occorre essere “liberi”.

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Ma “liberi” da cosa? Da tutto ciò che può distrarci dalla vera mèta. Liberi dagli idoli.

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San Giovanni della Croce dice che bisogna rinunciare a tutte le cose. Ovviamente non intende una rinuncia fattuale di tutto. Se così fosse, l’uomo non potrebbe vivere. No, egli parla di un’altra rinuncia, la capacità cioè di distaccarsi da tutto, saper valutare le cose e posizionarle nella giusta gerarchia, per poter scegliere solo Dio come fine.

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Se non si fa così, le cose, il lavoro, finanche gli affetti, diventano “idoli”. Pensiamo che essi possano condurci chissà dove e invece sono un fastidioso peso, un vero e proprio “piombo” che ci fa inchiodare nel cammino rendendoci le gambe pesanti, legnose, quasi paralizzate.

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Chiediamoci: perché le cose possono addirittura paralizzarci? Perché, se sostituiscono il primato che Dio deve avere nella vita, hanno la pretesa di essere “risposta” per il nostro esistere e, così facendo, diventano menzogna e stoltezza, perché non sono fatte per adempiere a questo “compito”… menzogna e stoltezza: come la pretesa di scalare in bicicletta il Pordoi trainando un carico di centinaia di chili.

Al Signore Gesù

Signore, io scelgo solo Te.

Voglio liberarmi di tutto, nel senso che non debba mai accadere che qualcosa nella mia vita abbia la pretesa di sostituirti.

Concedimi la grazia di correre spedito nella salita della vita, alimentato solo dalla leggerezza e dall’energia della Tua Grazia.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che più di tutti si è liberata di ogni cosa.

Portando dentro di Te il Signore dell’universo per ben nove mesi, hai sperimentato quanto unicamente Dio possa bastare.

Cosa si può desiderare più di Dio?

Cosa si può desiderare più dell’Infinito?

Cosa si può desiderare più dell’Assoluto?

Madre, accompagnami e conducimi fin sulla vetta.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri