BORRACCIA – 3 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Dobbiamo abbandonare la vita, e tutto ciò che siamo, alla pura disposizione della divina Provvidenza.
(San Pio da Pietrelcina)

I SORSI

1

Cari pellegrini, si narra di un episodio un po’ strano. In America, un equilibrista che faceva spettacolo camminando su una corda tra alti palazzi, in una delle sue esibizioni avrebbe portato con sé il proprio figlioletto (di 3/4 anni) tra le braccia. Tutto andò bene. Una volta finita l’esibizione, alcuni chiesero al bimbo: “Hai avuto paura?” E questi avrebbe risposto calmo: “No. Ero tra le braccia di papà!”

2

Non sappiamo se questo episodio sia realmente accaduto, speriamo di no se non altro per quel padre e per quelle persone che si sentirono di presenziare ad un simile “spettacolo” (anche se è possibile fosse stata messa una rete per eventuali cadute). Soffermiamoci piuttosto sulla “naturalità” della risposta del bambino: “E perché avrei dovuto avere paura? Ero tra le braccia di papà!”

3

La grande santa Teresa di Lieuseux, conosciuta anche come santa Teresina del Bambino Gesù, è divenuta “dottore della Chiesa” perché ha offerto alla teologia cattolica la cosiddetta “spiritualità dell’infanzia”, che altro non è che sentirsi nel rapporto con Dio come “bambini” tra le braccia del “Padre”. Confidare, essere sereni e adagiarsi nel e sul progetto di Dio.

4

Nell’acqua di questa borraccia san Pio da Pietrelcina (primo protettore, insieme alla Regina dello Splendore, de Il Cammino dei Tre Sentieri) ci dice la stessa cosa: dobbiamo mettere tutto, tanto la nostra vita quanto il nostro essere, nel progetto di Dio.

5

La parola “progetto” è importante per formulare una breve riflessione. Essa viene dal latino “pro” che si significa “avanti” e dal latino “jacere” che significa “gettare”. Dunque, “progettare” letteralmente significa “gettare avanti”, ovvero “programmare”. Il progetto sottende un pensiero, una logica, per poi eseguire ciò che si è logicamente pensato, ciò che -appunto- si è “programmato”.

6

Ebbene, la constatazione di quanto per l’essere di Cristo (cioè per l’essere cristiani) sia fondamentalmente l’abbandonarsi alla divina Provvidenza (parola simile a “progetto”, che significa “vedere prima”) sottende una convinzione importante ed un atto di fede che Dio tanto desidera da noi. Cioè l’atto di fede che Dio è Padre, che ci ama di amore infinito e che per noi desidera il meglio.

7

Non abbandonarsi alla divina Provvidenza vuol dire diffidare di Dio, pensare che, forse, ciò che Dio ha disposto per noi potrebbe anche essere per noi dannoso. E questa è una bestemmia.

8

Il Dio cristiano non è un dio (come quelli pagani) volubile, capriccioso, parziale, egoista; non è nemmeno un dio (come quelli di stampo neoilluminista e modernista) distaccato, astratto, ineffabile, perfino un po’ debole (quanti stolti teologi ai nostri tempi parlano anche di “debolezza di Dio”)… no. Il Dio cristiano è Logos e Padre. Logos come Verità eterna ed immutabile; e Padre come Amore infinito.

9

La pessima filosofia di Sartre (1905-1980) porta questo pensatore ad affermare: “L’uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si realizza; non è dunque niente altro che l’insieme dei suoi atti, niente altro che la sua vita”. Ovvero: l’uomo sarebbe “progetto a se stesso”, perché egli altro non è che la sua vita così come casualmente si realizza.

10

In queste parole, cari pellegrini, c’è tutto il fallimento del vivere senza la presenza di Dio. C’è l’impietosa constatazione che l’uomo è solo; e che qualsiasi affidamento non avrebbe alcun senso e giustificazione.

11

Il Dio Cattolico, invece, ci conduce ad un’altra prospettiva. Ci conduce ad assaporare la sua presenza. Ci conduce a stringerci a Lui per tranquillamente affrontare tutti i pericoli dell’esistere …come quel bimbo sulla corda che nulla temette, perché era stretto dalle braccia del papà.

Al Signore Gesù

Signore, rafforza la mia fede.

Fa che mi abbandoni ai tuoi divini voleri e accetti tutto ciò che hai programmato nella mia esistenza.

Quando nella mia vita c’è la tempesta, non permettere che mi spaventi come i tuoi discepoli sulla barca, ma confidi sempre nella tua presenza, che è certamente lì, pronta a sedare le onde.

Alla Regina dello Splendore

Madre, in quanto madre, portami al Padre.

Tu mai hai dubitato.

L’incertezza non ha mai sfiorato il tuo cuore.

Chi più di Te è immagine di abbandono totale alla divina Provvidenza?

Sto a fianco a Te, perché con Te, questo, voglio vivere.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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