BORRACCIA – 11 novembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che Egli sarà il tuo Dio, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e obbedirai alla sua voce.
(Deuteronomio 26)

I SORSI

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Cari pellegrini, in questa borraccia mediteremo su delle parole tratte dal Deuteronomio. In esse si parla di come il rapporto con Dio si realizzi nell’aderire a Lui, e quindi nel seguirLo.

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L’immagine che viene subito in mente è quella del “sentiero” (immagine ovviamente cara a Il Cammino dei Tre Sentieri). Nelle parole che abbiamo scelto si dice che Dio sarà il proprio Dio ad una condizione: che si cammini per le sue vie, cioè per i suoi sentieri.

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Si tratta dell’impegno alla “sequela”.

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Chi è il cristiano? E’ colui che segue Cristo. Colui che si pone sulla sua scia, che corrisponde alla sua chiamata, che vive in Grazia e dunque vive della stessa vita di Dio.

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Insomma, queste parole fanno capire che il rapporto con Dio non può ridursi ad un puro riconoscimento intellettuale (Dio esiste), bensì parte logicamente da questo, ma poi deve realizzarsi in un altro tipo di rapporto, che è quello interpersonale.

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E in questo rapporto interpersonale s’impone la sequela, il camminare per i sentieri di Dio, il fare la sua volontà: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 7,21).

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Ed ecco perché un cristianesimo senza rispetto della legge di Dio è solo una menzogna. Lo è per due motivi.

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Primo: perché, come dicono le parole dell’ acqua, la sequela di Dio è osservare le sue leggi, i suoi comandi, le sue “norme e obbedire alla sua voce“.

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Secondo: perché Dio non è al di là del bene e del male, bensì è il Bene e quindi la sua Legge altro non è che la sua natura. Non si può “abbracciare” Dio, senza “abbracciare” la sua Legge, che è -appunto- la sua natura.

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Ritorniamo all’immagine del camminare con Dio. Su questo, oggi, si dicono molte sciocchezze. Si sta diffondendo -anche nel mondo cattolico- l’idea che sia il camminare in sé ciò che si deve compiere con Dio, quasi a dire che ciò che è importante non è la méta, ma -appunto- il cammino in sé.

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Ovviamente, alla base di questa bislacca idea vi è un latente “relativismo” che sta permeando molta teologia e pastorale pseudo-cattoliche: l’importante non è dove si va, ma l’andare e basta.

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Ora, oltre alla follia (perché illogica) di una simile convinzione, la presenza stessa di Dio dissolve questa menzogna. Dio, infatti, è sì presente nel nostro cammino, è sì compagno, ma in quanto guida. Dio c’indica la strada per portarci con Lui e da Lui. Ci fa già pregustare la sua presenza per farci arrivare al “luogo” dove la sua presenza sarà ancora più piena e soddisfacente.

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In una canzone del celebre cantautore napoletano Edoardo Bennato c’è una frase che dice: “Seconda stella a destra, questo è il cammino.. e poi dritto fino al mattino!” Il testo della canzone è tutt’altro che condivisibile, permeato com’è di scetticismo, infatti il titolo è ripreso dalla favola di Peter Pan: L’Isola che non c’è. Ma in queste parole c’è una conclusione verissima: si cammina per arrivare al mattino.

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Non si cammina per camminare. Si cammina per arrivare a destinazione. Anzi: per arrivare alla Destinazione con la “D” maiuscola. E la Destinazione è proprio la luce dopo la notte: il mattino.

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Ma, cari pellegrini, per giungere davvero al mattino occorre farsi guidare da Colui che è la fonte e la luce di questo mattino.

Al Signore Gesù

Signore, io voglio che Tu sia il mio Dio.

Voglio seguirti e camminare per i tuoi sentieri.

Non voglio un “dio” creato dal mio pensiero, che possa darmi ragione su tutto ciò che il mio ‘io’ desidera.

No, un “dio” di questo tipo è solo un “dio di plastica”, un “dio fantoccio”.

Scelgo Te come Dio vero, vivo ed esigente.

Perché solo Tu puoi salvarmi e condurmi ad un mattino definitivo.

Alla Regina dello Splendore

Madre, tienimi per mano lungo i sentieri del tuo Divin Figlio.

Tienimi per mano, affinché non mi perda.

Affinché non cada.

E in tutte le difficoltà, basterà che io sollevi il mio sguardo per osservare il tuo dolcissimo viso; e così il cammino diventerà facile e spedito.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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