BORRACCIA – 25 settembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Beati coloro che si danno a Dio per tempo nella gioventù! Quanti volevano darsi a Dio e restarono ingannati perché mancò loro il tempo!… Chi ritarda di darsi a Dio, è in gran pericolo di perdere l’anima. 

(San Giovanni Bosco)

I SORSI

1

Cari pellegrini, vi sarà capitato chissà quante volte di trovarvi nella condizione di dover fare una commissione in un’altra città. Non essendoci “urgenza” avete rimandato, rimandato… e poi, quando vi eravate decisi, ecco che vi è stato impossibile andarci.

2

Nell’acqua di questa borraccia, san Giovanni Bosco (1815-1888) dice che non bisogna attendere per scegliere Dio e per rimanere a Lui fedele.

3

Molte volte si sente dire da qualcuno che il non pregare sarebbe la conseguenza di non aver tempo. Ora, oltre al fatto, che per le cose che istintivamente piacciono il tempo si trova eccome, va domandato a costoro: “Quanto tempo avreste, se Dio non ve lo donasse?”

4

Il tempo non è dell’uomo, il tempo è di Dio. Il tempo è sì vissuto dall’uomo, ma non è a sua completa disposizione.

5

L’affermazione secondo cui non si deve “attendere” per servire Dio, risponde ad un’evidenza che non solo è pratica ma anche logica.

6

L’evidenza pratica e che se si è in stato di peccato, attendere è rischiosissimo, perché potrebbe sopraggiungere improvvisamente la morte rendendo impossibile qualsiasi pentimento.

7

L’evidenza logica riguarda il fatto che Dio deve sempre signoreggiare. Riconoscere Dio dopo, significa che prima non lo si è riconosciuto.

8

Da qui una menzogna, quella cioè di credere che Dio possa essere allontanato dalla vita e che questa (la vita) possa comunque essere tale.

9

Ma non c’è vita possibile senza Dio.

10

Certo, se per vita s’intende il respirare, il sentire il cuore battere, avere dei pensieri e fare delle cose, allora la vita è certamente possibile: c’è e non può essere negata. Ma se invece per vita non s’intendono solo queste cose, ma una condizione previa, ovvero avere coscienza del vivere, allora, senza Dio, non c’è vita possibile.

11

C’è un dato antropologico inequivocabile: l’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che non solo vive, ma sa di vivere. Gli altri esseri (gli animali) vivono, ma non sanno di vivere; nel senso che non riflettono consapevolmente sul vivere.

12

L’uomo, proprio perché si trova in questa originale condizione, può avvertire se la sua vita è davvero tale o meno. Ed è davvero tale solo se c’è un fondamento che la fa sussistere, tanto per ciò che è trascorso, quanto per ciò che è da venire.

13

Ed ecco perché non si può né si deve rimandare l’incontro con Dio. Si tratta più o meno di un problema di vita.

14

Senza la Grazia, si muore, perché senza Dio non è possibile vivere per l’eterno. Infatti, senza la Grazia a nulla valgono le azioni che si compiono. Sono azioni che non danno merito.

15

La vita, se non è un cammino verso l’eterno, non è. Un cammino che deve iniziare subito. Mai attendere chissà chi o chissà che cosa.

161

“Dietro è la casa, davanti a noi il mondo, e mille son le vie che attendono, sullo sfondo di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle. Davanti allora la casa, e dietro a noi il mondo, tornare potremo a casa con passo infine giocondo.” Scrive John Reuel Tolkien (1882-1973), il celebre autore de Il Signore degli Anelli. Se non si parte e non si affronta ciò che si deve affrontare, non si può tornare gioiosamente alla propria casa.

18

Se non si parte subito per incontrare Dio, si perde tempo, smarrendo il vero significato del tempo, che ha senso solo come incontro con Dio.

19

Se non si parte subito; e poi ci si decide a partire, ci si può trovare nelle condizioni che non lo si possa fare più.

Al Signore Gesù

Signore, quello che è accaduto è accaduto, ma mi rammarico di non averti scelto fin dall’inizio.

Quanto tempo ho perso scioccamente!

Quale bellezza non ho gustato per tanto tempo!

Come scrive anche sant’Agostino: “Tardi ti amai, bellezza tanto antico e tanto nuova…”

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che mai un istante del tuo vivere l’ha trascorso lontano da Dio.

Fin dal concepimento sei stata pienamente di Dio.

Nessun attimo del tuo vivere è sfuggito alla signoria di Dio.

Quando vedevi il tuo Divin Figlio partire e allontanarsi fisicamente da te, sapevi bene che era sempre presente nel tuo cuore e nella tua anima.

Per non perdere mai il tuo Divin Figlio, vengo da Te.

Accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "BORRACCIA – 25 settembre"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*