BORRACCIA – 24 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Hanno lavorato anche Gesù, sua Madre e San Giuseppe; fate che il lavoro diventi preghiera; dove finirà la nostra mano comincerà la Divina Provvidenza.

(San Luigi Orione)

I SORSI

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Cari pellegrini, immaginiamo di trovarci -a mo’ di macchina del tempo- in un cantiere in cui stanno costruendo una cattedrale medioevale. Osserviamo gli scalpellini. Lavorano assiduamente per creare i “pezzi” che serviranno per il fabbricato.

2

Nell’acqua di questa borraccia c’è un’esaltazione del lavoro. Le parole di san Luigi Orione (1872-1940) sono chiare.

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Si ricorda che anche Gesù, la Madonna e san Giuseppe hanno lavorato. Si dice che il lavoro deve essere una preghiera. E infine che ogni lavoro può essere “completato” dalla Provvidenza.

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In queste parole ci sono tre bellezze.

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La prima bellezza è che il lavoro, pur essendo una conseguenza del peccato originale, è un dovere che apre all’esercizio della virtù. Finanche Dio incarnato, che è rimasto Dio nella sua persona e nel suo soggetto, si è impegnato nel lavoro. Dio incarnato ha faticato, ha sudato, si è sforzato, si è stancato. E ha avuto anche bisogno di riposarsi. Ciò costituisce una grandezza del lavoro. Meglio: un appagamento, perché Dio stesso ne ha fatto una sua esperienza terrena.

6

La seconda bellezza è che il lavoro può divenire preghiera, anzi: è esso stesso preghiera. Attraverso il lavoro si glorifica Dio, perché -come abbiamo detto prima- si esercita la virtù; e quindi il lavoro è finalizzato al bene.

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La terza bellezza è che se il lavoro è tutto questo, allora all’uomo spetta solo “iniziare” e poi tutto può essere completato dalla Provvidenza. All’uomo il compito di scalpellare, a Dio quello di rifinire.

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Queste tre “bellezze” fanno capire come, in tal modo, il lavoro diventi una consegna. Quale consegna? La consegna di depositare tutto nelle mani di Dio. Infatti è quando tutto rientra nel progetto di Dio, che questo tutto si “deposita” nell’eternità.

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Gli scalpellini, così come tutti i muratori che costruivano le cattedrali, erano ben coscienti che stavano lavorando per glorificare Dio. Ma ogni lavoro, anche quello più nascosto e apparentemente insignificante, è di fatto un costruire una cattedrale.

Al Signore Gesù

Signore, ogni mia fatica la offro a Te.

Tu sai che spesso esse mi costano, fragile e debole quale io sono.

Fa che ogni mio sforzo sia solo per Te.

Che ogni mio sforzo sia un “mattone” per costruire l’eterno “fabbricato” della tua compagnia.

Alla Regina dello Splendore

Madre, chi più di Te ha lavorato per l’Eterno?

Cucinavi, pulivi la casa, accudivi il tuo Divin Figlio. Tutto facevi per Dio, che era non solo in Te, ma anche fisicamente accanto a Te.

Per capire quanto tutto debba fare per il tuo Divin Figlio, vengo da Te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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