BORRACCIA – 12 maggio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Quella vita di lassù, che è la vera vita. Finché non viviamo di essa, non godiamo.”
(Santa Teresa d’Avila – Poesie)

I SORSI

1

Cari pellegrini, si racconta un episodio nella vita di Santa Teresa d’Avila. Ella fu la grande riformatrice del Carmelo e si distinse soprattutto per il rigore e per aver introdotta una vita penitenziale più accentuata. Ebbene, capitò che al suo monastero un giorno arrivasse un dono da un cacciatore. Si trattava di una bella e grande pernice (uccello molto prelibato). La suora portinaia accolse il dono, ma si rammaricò perché sapeva che quello era giorno di penitenza per la comunità. Portò la pernice a santa Teresa (che era la superiora) accompagnando la consegna con queste parole: “Madre, ci è arrivata questa pernice, ma purtroppo dobbiamo buttarla via perché è giorno di penitenza…” Al che la Santa sorrise e sentenziò: “Quando è penitenza è penitenza, ma quando è pernice è pernice!” Ella dette pertanto il consenso d’interrompere la penitenza (d’altronde si trattava di una penitenza interna). Infatti, se era arrivato quel dono che non era frequente potere avere, era giusto rendere omaggio alla Provvidenza.

2

Un episodio come questo ci fa capire che i santi sono tutt’altro che persone disincarnate, con la testa ormai in Paradiso e che tutto sommato poco capiscono delle esigenze e delle questioni della vita terrena. Tutt’altro.

3

La frase che fa da acqua a questa borraccia non è affatto (anzi!) un invito all’alienazione, cioè all’estraniazione dalla vita terrena. Essa dice sì che la vita vera è quella del Paradiso, ma nello stesso tempo aggiunge che vivere già qui di essa significa riempire di godimento l’esistere in attesa del Paradiso.

4

La vita che viviamo sulla terra è senz’altro una vita vera, reale, dove ci costruiamo tutto. Lungi dal pensare –come fanno certe religioni orientali- che questa vita altro non sia che un’illusione, se non addirittura un inganno.

5

Un conto però è ritenerla “vera”, altro è ritenerla “adeguata”.

6

E’ “adeguato” ciò che è pienamente confacente al proprio stato, che è pienamente rispondente alla propria condizione, che è pienamente conforme alla propria natura.

7

Ogni uomo porta con sé un desiderio di infinito che è ineludibile. “Ci hai fatti per Te o Signore, e il nostro cuore è inquieto fin quando non riposiamo in Te, o mio Signore.” Scrive sant’Agostino nelle Confessioni.

8

Già Platone aveva iniziato tutta la sua filosofia da una constatazione: come mai, guardandosi intorno, l’uomo si accorge che nulla è assoluto e infinito, eppure dentro di sé ha il desiderio di contemplare l’assoluto e l’infinito? Platone a questo interrogativo dà una risposta sbagliata: si tratta di una nostalgia per realtà che sono state già contemplate nell’Iperuranio. E’ una risposta sbagliata ma ad una questione vera.

9

Ecco che l’inadeguatezza della vita terrena rende consapevoli che l’unica vita che può davvero soddisfare è solo quella eterna.

10

Ed ecco perché Santa Teresa dice che finché non si vive della (e possiamo anche aggiungere “per la”…) vita eterna, non si potrà mai assaporare la bellezza del pellegrinaggio terreno.

11

Ma torniamo all’aneddoto da cui siamo partiti. Santa Teresa comprese bene che la prelibata pernice era una piccolissima -ma vera- “caparra” di quella leccornia infinita che si potrà assaporare solo nell’eterno banchetto del Paradiso.

Al Signore Gesù

Signore, fammi guardare su, verso il Cielo.

Rendimi affamato e assetato di Te, solo di Te.

Non permettere che mi riduca a soddisfarmi di cose effimere che non potranno mai realmente soddisfarmi.

Solo anelando all’eterno, potrò essere adeguatamente felice.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la Regina del Cielo.

Tu, creatura nel tempo, sei divenuta Madre dell’Eterno.

Tu, limitata nello spazio, sei divenuta Madre dell’Infinito.

Fa che mi stringa a Te e in Te riponga ogni speranza per conquistare la vita eterna.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri


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