BORRACCIA – 26 giugno

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Dicono fra loro sragionando: ‘(…) siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo mai stati. E’ un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore.
(Sapienza 2, 1-2)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo di metterci dinanzi ad un fiume. Le acque scorrono lente, ma scorrono; e nella loro lentezza infondono pace e tranquillità. Scorrono perché c’è un declivio e l’acqua è attratta verso il basso: è una legge incontrovertibile.

2

Basterebbe questa semplice immagine per capire come la realtà sia costituita da leggi. Leggi che governano il nostro organismo e leggi che governano la realtà che è fuori di noi. Non ci sarà mai un fiume le cui acque possano salire.

3

Il governo di ogni cosa, e il fatto che tutto rispecchi la costanza delle leggi, ci fanno capire quanto sarebbe sciocco pensare che, tanto noi quanto la realtà che è fuori di noi, siano frutto del caso. Il caso non genera ordine. Il caso potrebbe generare qualcosa, ma ciò che eventualmente generasse non tenderebbe a ripetersi con costanza. Se si getta a caso una pietra, andrà dove andrà; ma se si getta nuovamente e sempre a caso, di certo non cadrà dove è caduta prima.

4

L’ acqua di questa borraccia dice chiaramente che soltanto colui che “sragiona” può convincersi di essere nato per caso e che il proprio pensiero altro non sarebbe che un soffio, cioè qualcosa che si esprime e poi sparisce dissolvendosi chissà dove.

5

No, l’organizzazione del reale dice tutt’altro. Dice che non solo la vita è stata pensata e voluta, ma che tutto ciò che capita, anche ciò che è l’esito di libere e responsabili scelte, rientra sempre in un senso che Dio conferisce ad esso. Anche quando si compie il male, Dio offre la possibilità di convertire questo male in un bene superiore; e se ciò non accade (e può non accedere) non è per colpa di Dio, ma per colpa dell’uomo che si rifiuta di corrispondere alla Sua Grazia.

6

L’organizzazione del reale dice che il pensiero, le affezioni, non sono scintille che si perderanno nelle tenebre, ma luce che si riverbera nel progetto e nella costruzione che Dio ha dato al tutto.

7

Ogni cosa e ogni fatto sarà definitivamente nell’Eterno: il vivere, il faticare, il soffrire, l’amare e il sacrificarsi per i propri cari. Tutto sarà definitivamente nell’Eterno. In un Eterno di gioia, se fatto per Colui che è il Padre di tutto; in un Eterno di dannazione, se fatto per se stessi.

8

Il barone di Montesquieu (1689-1755), che in realtà si chiamava Charles Louis de Secondat, è stato un personaggio politico tutt’altro che condivisibile, un pensatore illuminista che tanti danni ha causato, ma nei suoi Pensieri dice queste parole che si adattano bene a ciò che stiamo trattando: “Ho sempre constatato che per riuscire nel mondo bisogna avere l’aria folle ed essere saggi.” Egli afferma che l’uomo deve vivere tenendo presente due dimensioni che non si escludono ma in questo caso si completano: la follia e la saggezza. Ovviamente per follia non si deve intendere la vera follia, ma una “follia” tra virgolette, cioè la capacità di saper andare oltre la dimensione del momento e della realtà effettuale. L’uomo per vivere saggiamente deve in un certo qual modo vivere la “follia” di pensare e predisporre tutto ciò che sta vivendo nella prospettiva dell’eternità. Solo così è veramente saggio.

9

Insomma, come accade per le acque del fiume. Esse scorrono nel letto, ma se avessero la possibilità di pensare, sarebbero consapevoli che stanno andando verso la foce.

10

Il fiume è metafora della vita: le sue acque scorrono verso l’inevitabile méta dello sfociare nel mare o in un lago. Così -cari pellegrini- anche la nostra vita deve scorrere verso Dio. Il fiume non scorre verso il nulla… e anche noi non camminiamo verso il nulla.

Al Signore Gesù

Signore, fa che mai cada nella tentazione di considerare “insensato” il mio esistere.

Rafforza la mia fede.

Tienimi stretto nel tuo Progetto.

Tienimi dentro il tuo Progetto.

Fa che esso non sia evidente solo per me, ma che lo possa far abbracciare anche a chi incontro nel mio cammino.

Alla Regina dello Splendore

Madre, basterebbe contemplare la tua vita e la tua natura per capire quanto tutto sia stato magnificamente preordinato.

Preordinato nella Bellezza, perché Dio, preservandoti dall’eternità nella tua purezza, ha fatto sì che la natura umana iniziasse con la totale Bellezza (Tota Pulchra est Maria…).

Madre, stammi accanto, perché contemplando la tua Bellezza, possa anche contemplare la Bellezza della vita.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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