BORRACCIA – 29 settembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia…
(Preghiera a San Michele Arcangelo della tradizione cristiana)

I SORSI

1

Cari pellegrini, osserviamo attentamente l’immagine di questa borraccia. Si tratta del famoso “San Michele Arcangelo” di Luca Giordano (pittore napoletano del XVII secolo). Il dipinto risale presumibilmente all’anno 1666 e si trova al Kunchistoriches Museum di Vienna.

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L’immagine è quella classica di san Michele che sconfigge Lucifero, ma ciò che colpisce è la leggiadria dell’Angelo in contrapposizione all’ansia dello sconfitto e degli altri angeli ribelli che compaiono sulla tela.

3

San Michele non sembra aver sostenuto una “battaglia”. Il suo volto è sereno. Il corpo sembra quasi danzare e a malapena il “piede” poggia trionfante sull’avversario. Quasi lo sfiora.

4

Ci sono dei piccoli particolari che sono interessanti. C’è un “braccio” teso di Lucifero (il destro) che denota la scompostezza e l’agitazione, così il “volto” degli altri angeli ribelli, in particolar modo il diavolo in basso a destra grida per il terrore di ciò che è accaduto, coprendosi compulsivamente le “orecchie” forse per non “ascoltare” la “musica” della vittoria del Bene.

5

Insomma, in questo dipinto si scoprono chiaramente due motivi che animano il Santo Angelo Michele: l’umiltà e lo spirito guerriero.

6

Ancor prima che l’uomo fosse creato, gli angeli furono sottoposti ad una prova. Molti confermarono la loro fedeltà a Dio, altri, capeggiati dall’orgoglioso Lucifero, si ribellarono a Dio.

7

In Paradiso scoppiò una battaglia. Gli angeli fedeli a Dio, capeggiati dall’umile arcangelo Michele, sbaragliarono gli angeli ribelli e li scaraventarono all’inferno.

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Il nome Michele vuol dire “Chi come Dio?”. Questo, infatti, fu il suo grido di battaglia: “Chi come Dio?!” Chi può aver la pretesa di eguagliare Dio, di fare a meno di Lui o addirittura di sostituirsi a Lui?

9

Come abbiamo già detto, ci sono due punti che in questa storia (perché è storia, non leggenda) sono importanti. Il primo è l’umiltà, l’altro è lo spirito guerriero, proprio ciò che sono bene espressi dal “San Michele” di Luca Giordano.

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San Michele scelse di essere dalla parte della Verità (di Dio) perché umile. Fu capace, quindi, di leggere intelligentemente la sua vita: Se rifiuto Dio, come potrò vivere senza di Lui? Se Dio mi ha dato tutto, se a Lui devo finanche l’esistere in questo momento, come potrei dirgli: non ho bisogno di Te?

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Lucifero aveva ricevuto più doni di Michele (era l’angelo più intelligente e bello), eppure dilapidò tutto perché dominato dall’orgoglio. Qui sta il mistero del peccato: quando l’orgoglio non viene tenuto adeguatamente a bada, cresce a dismisura arrivando ad accecare l’intelligenza. Lucifero, che pur aveva avuto e ha bisogno di Dio per esistere, stupidamente decise di rifiutare Dio.

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L’altro punto è lo spirito guerriero. La lotta segna la storia universale. Giacomo Leopardi (1798-1837) scrive: “Noi veniamo rapiti dalla bellezza di un fiore o dal silenzio di un bosco, e non ci rendiamo conto che dietro quel fiore e quel bosco c’è sempre una lotta per la vita.” La lotta segna la vita umana.

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Johan Wolfgang Goethe (1749-1832) dice: “Essere stato un uomo significa aver dovuto combattere.”  Aggiungiamo: ancor prima che l’uomo fosse creato, già si era dovuto combattere. La lotta preesiste all’uomo.

14

Dire che la vita possa fare a meno del combattere è una grande menzogna. Una menzogna che ha due pericoli: da una parte impedisce di leggere adeguatamente la storia di ognuno di noi, dall’altra spinge alla resa dinanzi al male.

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Il vecchio Simeone lo disse chiaramente alla Vergine Maria: questo Bambino (si riferiva al neonato Gesù) è segno di contraddizione.

15

La vita è una scelta di campo: o si sceglie lo stendardo della Croce (sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, indica la Croce come vessillo in una famosa meditazione dei suoi Esercizi) o si sceglie lo stendardo di Lucifero. Uno stendardo si è sempre costretti a scegliere.

Al Signore Gesù

Signore, fa che possa combattere sotto lo stendardo della Tua Croce.

Prendimi come tuo milite.

Ti chiedo però una grazia, che è indispensabile: dammi la tua forza, perché da solo non ce la posso fare.

Alla Regina dello Splendore

Madre, ti chiedo di sostenere il mio coraggio, anzi di aumentarlo.

Ti chiedo di preparami ogni giorno alla lotta, come una mamma che saluta, accarezzandolo e confortandolo, il figlio che va alla battaglia.

Fa in modo che non mi faccia mai prendere dalla pavidità.

So che, combattendo per il Tuo Divin Figlio, ti avrò sempre accanto.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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