BORRACCIA – 6 novembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

…(rendete) gioiosamente grazie al Padre che vi ha messi in condizione di potere partecipare alla sorte dei santi nella luce.
(San Paolo – Colossesi 1)

I SORSI

1

Cari pellegrini, un giorno un papà ci raccontò un fatto buffo ma significativo. Una sua figliola che aveva all’incirca quattro anni confidò di voler avere lo stesso suo taglio di capelli per potergli somigliare di più. C’era però un problema non di poco conto: il papà era calvo.

2

Un episodio buffo, ma come dicevamo anche “significativo”. In un’ingenuità di questo tipo vi è non solo l’affetto di un bimbo per il proprio genitore, ma anche il desiderio di conformarsi totalmente a lui. Un desiderio talmente forte che va oltre l’imperfezione (la calvizie) trasformandola in bellezza.

3

Soffermiamoci su un passaggio delle Lettera di San Paolo ai Colossesi. Soffermiamoci soprattutto sul fatto che ognuno di noi è chiamato a vivere per l’eternità nella luce di Dio.

4

Perché in questo passaggio si parla di luce? San Paolo arriva a questa espressione dopo aver invitato i Colossesi a vivere secondo la legge di Dio in maniera tale che (utilizza proprio queste parole) “…possiate piacere a Dio in tutto”.

5

“Piacere a Dio in tutto” vuol dire sforzarsi di uniformare totalmente se stessi alla volontà di Dio, cercare di somigliare (per quanto possa essere possibile non essendo l’uomo perfettissimo quanto Dio) alla natura di Dio: santi perché Dio è santo, puri perché Dio è puro…

6

L’essere con Dio si misura solo da questo. Ovviamente è difficile, anzi è impossibile una reale conformazione, perché –lo ripetiamo- Dio è il Perfettissimo e l’uomo è nell’imperfezione creaturale. Ma la tensione deve esserci.

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E così si capisce perché San Paolo utilizzi l’espressione “partecipare alla sorte dei santi nella luce”.

8

L’essere cristiano non si misura dal conoscere Dio, dal conoscere la teologia o chissà quali intellettualismi ad essa collegati, bensì nel conformarsi alla volontà di Dio, farsi inondare talmente dalla sua luce da poter essere riflesso della sua luce.

9

Negli ultimi tempi c’è una tale confusione che si crede che con Dio si possa giocare al ribasso. Si crede che la misericordia di Dio sia non solo per il peccatore (come è e come non si deve negare), ma addirittura per il peccato. Il che è impossibile, perché il peccato è tenebra, e tra le tenebre e la luce non vi è alcun accordo possibile.

10

Qui non si tratta di essere rigoristigiansenisti. Il rigorismo è l’esasperazione della Legge di Dio fino a vedere il peccato dove non vi è, ma è anche la mancanza di accoglienza e di misericordia verso il peccatore pentito. E ciò è un grave errore. Il giansenismo, che pur si nutre del rigorismo, è la convinzione secondo cui Dio voglia alcuni salvi e altri no… insomma, una sorta di calvinismo in versione cattolica. Qui si tratta, piuttosto, di essere cattolici: misericordia verso il peccatore sinceramente e convintamente pentito, ma odio nei confronti del peccato.

11

Cari pellegrini, torniamo all’episodio da cui siamo partiti. C’è una verità -meglio: un istinto- che non possiamo sopprimere: il desiderio non solo di riconoscere Dio, ma di essere con Lui, di essere talmente uniti a Lui, da riempirci della sua Luce.

12

L’ingenuità dei bambini che vogliono somigliare ai genitori, che li imitano in tutto, è un piccolo segno di questa verità che solo gli stolti possono negare.

Al Signore Gesù

Signore Gesù, ti chiedo di convincermi sempre più che ciò che conta nella mia vita è fare la Tua Volontà. Il resto sono sciocchezze.

Fa che capisca che la Tua Luce è l’unica luce.

E’ come quando si cammina in una strada che non ha illuminazione artificiale, se dovesse fare improvvisamente notte e il sole sparire, non si vedrebbe più nulla. Questo mi accadrebbe, se sparisse la Tua Luce.

Senza la Tua Luce, Signore, nella mia vita rimarrebbero solo tenebre, quelle tenebre che sono nella mia natura ferita.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la Madre della Luce.

Hai generato la Luce del Mondo: il tuo Divin Figlio.

L’hai generato e sei piena di questa Luce.

Non c’è creatura che più di Te rifletta maggiormente la Luce di Dio.

Accompagnami e guidami verso la Luce.

Fa che nella mia vita, in qualsiasi tunnel che io sia costretto a percorrere, ci sia sempre Tu al mio fianco, così da non perdere la speranza che in fondo mi attenderà la Luce.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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